Bevai abbandonati, associazioni lanciano appello al Comune: “Recuperiamoli”

 
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Spesso gli antichi bevai sono ridotti ad immondezzai

Gela. Sono tanti, “testimoni nobili della civiltà contadina”, ma da decenni i bevai sono abbandonati al loro destino e trasformati spesso in immondezzai a cielo aperto. Un gruppo di associazioni lancia un appello all’amministrazione comunale e a tutte le autorità competenti. Gli antichi bevai vanno riqualificati, devono rinascere per essere inseriti in percorsi naturalistici e storici. Una richiesta è stata protocollata dalle associazioni “Arci-Le Nuvole”, “Salviamo la Bellezza”, “Leopoldia”, “Lipu”, Fiab, comitato Pro Santuario Maria Ss d’Alemanna e “ViviAmoManfria”. Nell’appello spiegano che “i cosiddetti bevai possono essere considerati a tutti gli effetti beni culturali e ambientali non protetti all’interno di alcun museo ma essi stessi museo diffuso da incasellare in percorsi di riqualificazione di un territorio che, a seguito della falsata ricchezza industriale, oggi necessita di riscoprire le proprie radici. Ne sono custodi, sinceri e instancabili, i seri imprenditori agricoli che da anni chiedono che gli abbeveratoi della Piana di Gela, in gran parte di proprietà del Comune di Gela, siano non solo mappati e ripuliti dall’immondizia che ogni giorno viene selvaggiamente abbandonata ma soprattutto salvaguardati e valorizzati. In virtù proprio di ciò chiediamo a codesta amministrazione di attivare un’azione di mappatura e pulizia degli abbeveratoi superstiti, di monitorarli (e ove possibile, insieme alla soprintendenza, consentirne il recupero, come nel caso di una fontana seppellita nell’area del Biviere, e la ricostruzione di quanto illegalmente asportato, negli anni, da cittadini che hanno abbellito abitazioni private), di segnalarli attraverso una cartellonistica chiara, fondamentale per quei visitatori che da sempre percorrono, con escursioni in bici, a cavallo o a piedi, la Piana di Gela e di consentire agli imprenditori agricoli sui cui terreni ricadono di poterne garantire la pulizia costante attraverso la campagna di sensibilizzazione “Adotta un bevaio”, lanciata diversi anni fa, e riproposta più volte, da numerosi imprenditori che hanno a cuore il decoro dei luoghi in cui instancabilmente lavorano e che, ogni giorno, vedono umiliati dalla indifferenza delle istituzioni e dalla barbarie di alcuni cittadini irredimibili.”.

Tra i più convinti che i bevai vadano difesi dall’incuria e dalle azioni illecite che si susseguono nelle campagne, da sempre è l’imprenditore agricolo Francesco Vacirca, che più volte ha chiesto seri interventi all’amministrazione comunale. Le associazioni hanno scritto al sindaco Lucio Greco e all’assessore Cristian Malluzzo. “Siamo sicuri che questo potrebbe essere un segnale positivo per riparlare di sostenibilità e di valorizzazione del patrimonio storico della nostra città – si legge nell’appello pubblico – ma anche dei tantissimi prodotti agricoli provenienti dalla Piana di Gela e commercializzati in tutto il mondo che necessitano non solo di mani per essere raccolti ma anche di custodi che ne raccontino la storia”. Lo stato attuale di tutti i bevai del territorio è l’emblema di aree rurali lasciate in mano a pochi.

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