Blitz “Boomerang”, interrogatori anche in Veneto: Vasile non parla, Iapichello respinge accuse

 
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Le mosse dei presunti pusher sono state monitorate dai carabinieri

Gela. Continuano gli interrogatori successivi al blitz antidroga “Boomerang”. Questa mattina, è toccato a due indagati detenuti in Veneto. Gianfranco Vasile non ha risposto alle domande del gip, che l’ha sentito per rogatoria. Difeso dagli avvocati Grazio Ferrara e Piergiorgio Oss, ha scelto la stessa linea di molti altri coinvolti. Si è difeso, invece, Giuseppe Iapichello. Davanti al gip, ha negato qualsiasi addebito. L’ha fatto, difeso dall’avvocato Davide Limoncello. L’operaio, da alcuni anni in Veneto per ragioni lavorative, ha respinto le accuse che gli muovono i pm della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta. In base alle indagini, avrebbe avuto un ruolo nel trasporto di circa un chilo di marijuana, che sarebbe stato commissionato dai presunti capi del gruppo.

Ha completamente escluso di aver mai avuto rapporti con gli altri indagati. Ha messo in discussione anche il fatto che la vettura individuata dagli investigatori (una Smart Fortwo) fosse idonea a contenere un quantitativo tale di marijuana. Ha spiegato di essere stato in passato solo un assuntore di sostanze stupefacenti. Si sarebbe però lasciato tutto alle spalle, trovando un lavoro stabile in Veneto. Anche lo zio, Emanuele Iapichello, a sua volta coinvolto nell’inchiesta, negli scorsi giorni ha respinto ogni contestazione.

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