Blitz contro gli stiddari, Cammalleri nega le estorsioni: Giannone, “con Marchese solo per lavoro”

 
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Gli imputati che hanno scelto l'abbreviato verranno giudicati dal gup di Caltanissetta

Gela. Proseguono gli interrogatori, successivi ai blitz “Stella cadente” e “Leonessa”, che hanno fatto luce sulla presunta riorganizzazione della stidda, capace di avere collegamenti anche con funzionari pubblici, soprattutto in provincia di Brescia. Si è avvalsa della facoltà di non rispondere la venticinquenne Laura Cosca, consorte del presunto capo dell’organizzazione Bruno Di Giacomo. Difesa dall’avvocato Carmelo Tuccio, non ha risposto alle domande del giudice delle indagini preliminari. Gli inquirenti ritengono che si sia messa a disposizione per gestire, seppur in maniera fittizia, società riconducibili a Di Giacomo. Ha invece respinto ogni accusa il trentaduenne Samuele Cammalleri. I pm della Dda di Caltanissetta e i poliziotti della mobile sono convinti che abbia imposto le forniture di prodotti di pasticceria a diversi locali della città, facendo leva sulla sua presunta vicinanza alla stidda di Bruno Di Giacomo. Rappresentato dall’avvocato Carmelo Tuccio, ha spiegato di essersi solo occupato delle consegne dei prodotti, lavorando per conto dell’attività commerciale del padre. Ha escluso di aver mai minacciato i titolari di altri esercizi, che si rifornivano dalla sua famiglia. I rapporti con Di Giacomo sarebbero da legare solo al fatto che la sua compagna fosse la sorella della moglie del quarantaquattrenne. Ha negato ogni addebito, anche un altro indagato. Si tratta del sessantasettenne Giuseppe Vella. Difeso dai legali Flavio Sinatra e Antonio Ragusa, è a sua volta accusato di aver imposto forniture per conto della stidda, minacciando i titolari di alcune attività commerciali.

Tra gli indagati, ritenuti referenti del trentatreenne Rosario Marchese, c’è il ventinovenne Carmelo Giannone. E’ stato fermato nell’ambito della costola bresciana dell’indagine. Rappresentato dall’avvocato Giacomo Ventura, ha spiegato di aver avuto rapporti con Marchese solo per ragioni lavorative, ma di essersi poi allontanato dall’imprenditore, che avrebbe sfruttato massicciamente il sistema della compensazioni fiscali illecite, anche per finanziare gli stiddari.

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