Blitz “Leonessa”, “compentenza non è a Brescia”: nuova eccezione delle difese

 
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Brescia. La presunta organizzazione criminale, secondo i pm antimafia di Brescia vicina al gruppo stiddaro, sarebbe stata costituita a Gela e non sul territorio lombardo. I legali degli imputati, nel procedimento scaturito dalla maxi inchiesta antimafia “Leonessa”, hanno nuovamente sollevato l’eccezione di incompetenza territoriale dei giudici bresciani.  Lo avevano già fatto in sede di udienza preliminare. Il collegio penale del tribunale lombardo, questa mattina si è riservato e comunicherà la decisione nel corso della prossima udienza, già fissata per la prossima settimana. I coinvolti nell’inchiesta “Leonessa” sono accusati di aver agito, nell’interesse della stidda, alimentando un sistema milionario di compensazioni fiscali illecite. Sarebbero stati dietro, però, anche ad intimidazioni e danneggiamenti, sempre a supporto degli interessi del gruppo di mafia. Dopo il rinvio a giudizio, il dibattimento non è stato ancora aperto, in attesa della pronuncia sulla competenza territoriale. Questo filone processuale tocca anche i presunti vertici dell’organizzazione. Sono coinvolti Rosario Marchese, Salvatore Antonuccio, Giuseppe Arabia, Antonella Balocco, Mario Burlò, Giuseppe Cammalleri, Gianfranco Casassa, Danilo Cassisi, Angelo Fiorisi, Carmelo Giannone, Giovanni Interlicchia, Corrado Savoia, Alessandro Scilio, Luisa Antonini, Valentina Bellanti, Roberto Bersi, Milena Beschi, Claudio Bina, Omar Bonazza, Richard Campos, Roberto Casassa, Matteo Collura, Simone Di Simone, Luca Faienza, Giuseppe Ferrari, Roberto Golda Perini, Salvatore Modica, Massimiliano Morghen, Michele Ortenzio, Maria Donata Prandelli, Flavio Prandelli, Nunzio Sciascia, Giuseppe Traiano ed Enrico Zumbo. Hanno scelto l’abbreviato, invece, Giuseppe Tallarita, Francesco Scopece, Giuseppe Nastasi, Luca Verza, Salvatore Sambito e Roberto Raniolo.

Il punto di riferimento economico sarebbe stato il consulente Rosario Marchese, capace di strutturare una fitta rete di compensazioni fiscali illecite, con una “clientela” fatta di professionisti e imprenditori del nord Italia. I proventi sarebbero stati reinvestiti a favore del gruppo stiddaro e in altre attività economiche. Tra i difensori, ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Angelo Cafà, Maurizio Scicolone, Rocco Guarnaccia, Giovanna Zappulla, Sinuhe Curcuraci, Roberto Lancellotti, Federico Gritti, Vanni Barzellotti e Patrizia Zanetti.

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