Blitz “Redivivi”, due indagati lasciano il carcere: cade l’accusa di mafia per Pasquale Lino Trubia

 
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Gela. Minacce, intimidazioni ai possibili concorrenti nella raccolta della plastica e controllo dello spaccio di droga in città. Le prime scarcerazioni. Tutte accuse confluite nel blitz antimafia “Redivivi”. Nelle ultime ore, però, sono arrivati i primi provvedimenti d’annullamento delle ordinanze di custodia cautelare. Così, lasciano il carcere Francesco Giovane e il ventiseienne Rosario Trubia. Cade l’accusa di associazione mafiosa per Pasquale Lino Trubia che, però, rimane in carcere a seguito delle accuse legate al giro di droga. Negli scorsi giorni aveva lasciato il carcere Pasquale Andrea Trubia. E’ stata il loro legale di fiducia, l’avvocato Nicoletta Cauchi, a rivolgersi ai giudice del riesame di Caltanissetta. Insieme a loro, al riesame si sono rivolti anche Davide Trubia, ritenuto uno dei presunti capi del gruppo, il venticinquenne Rosario Trubia e Rosario Caruso. La revoca della misura di custodia cautelare in carcere era stata chiesta anche dall’avvocato Giovanni Cannizzaro, difensore di Fabio Crisci e Cristofer Tasca. La prossima settimana tutti gli altri indagati si presenteranno, insieme ai loro difensori, dai giudici della libertà nisseni.

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