Blitz “Tetragona”: Vizzini, “Morso e Monachella aiutati da imprenditore”

 
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Gela. “Fu l’imprenditore Emanuele Mondello ad informare sia Enzo Morso che Orazio Monachella dell’avvio d’indagini della polizia a loro carico. Per questa ragione, entrambi ritornarono rapidamente a Genova. C’era uno stretto rapporto tra loro tre”.

Il collaboratore di giustizia Rosario Vizzini ha deposto ieri mattina davanti alla corte presieduta dal giudice Paolo Fiore durante l’udienza di uno degli stralci processuali sorti dalla maxi inchiesta antimafia “Tetragona”. Imputati sono Salvatore Burgio, Pietro Caielli, Nunzio Cascino, Claudio Conti, Armando D’Arma, Fortunato Ferracane, Angelo Greco, Nunzio Licata, Orazio Monachella, Marcello Sultano, Rosario Trubia, Rosario Vizzini, Alessandro Farruggia, Sebastiano Pelle, Aldo Pione, Giuseppe Piscopo e Nunzio Truculento. Vizzini ha esposto la sua versione dei fatti per quasi quattro ore, rispondendo alle domande formulate sia dal pubblico ministero della Dda nissena Gabriele Paci che dai legali del pool di difesa. L’ex esponente del clan Rinzivillo in Lombardia ha puntato la sua attenzione proprio sull’imprenditore edile. “Era disponibile a versare denaro sia in favore del gruppo Emmanuello che del clan Rinzivillo – ha continuato il collaboratore – la sua messa a posto fu al centro di notevoli tensioni tra le due famiglie. Crocifisso Rinzivillo mi fece sapere che in città bisognava fare pulizia. Si dovevano eliminare Enzo Morso, Carmelo Billizzi e Crocifisso Smorta”. Il collaboratore, inoltre, ha ricostruito diversi pagamenti effettuati da Mondello. “Versò circa centomila euro alla nostra famiglia – ha ammesso – mi risulta, inoltre, un pagamento da sessantamila euro, ufficialmente per l’acquisto di un’abitazione da parte di Morso e Monachella. Non so dire se pagasse per paura oppure perché si riteneva vicino alle famiglie”. Le parole del  collaboratore sono state ridimensionate dalle difese degli imputati. Vizzini, inoltre, ha descritto la sua posizione all’interno del clan Rinzivillo in Lombardia: indicando in Claudio Conti e Pietro Caielli due intermediari, rivelatisi poco affidabili, per l’arrivo di cocaina da Santo Domingo.

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