Braccio di ferro sindacati-Raffineria, tutti a difesa dei lavoratori ex Cedis

 
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Gela. Le segreterie regionali del settore delle costruzioni, Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, prendono posizione nei confronti della Raffineria di Gela, in relazione alla vicenda riguardante la problematica ex lavoratori Cedis. 

La protesta posta in essere dai lavoratori ha radici profonde, dettata soprattutto dai tempi piuttosto lunghi, ben ventotto mesi, per il mancato reinserimento nel ciclo produttivo dell’indotto del petrolchimico presso le aziende ivi operanti.

Appare opportuno inoltre sottolineare che il disagio economico e familiare dei tre lavoratori è evidente alla luce della mancata risposta nonostante le frequenti riunioni alla Regione Siciliana (Assessorato alle Attività produttive), al Centro per l’Impiego di Gela e nella sede della Prefettura di Caltanissetta.

E’ superfluo sottolineare inoltre cosa possa determininare nel tessuto familiare la mancanza di occupazione. Tanto che nell’incontro in Prefettura del 14 novembre u.s. anche il Sindaco di Gela ha condiviso le preoccupazioni del sindacato e lo stesso Capo di Gabinetto, dott. Domenico Fichera, ha espresso il “ proprio rammarico per la mancata conclusione della annosa vicenda dei tre lavoratori e per l’assenza all’odierno incontro dei rappresentanti di Confindustria e della Raffineria di Gela malgrado i medesimi siano stati formalmente convocati con congruo anticipo ”.

Le segreterie provinciali di Caltanissetta del settore delle costruzioni non  hanno mai avuto nessun comportamento ambiguo, attivando e coinvolgendo le Istituzioni insistenti sul territorio per una mediazione positiva della vertenza in atto.

Va sottolineato inoltre che le stesse segreterie provinciali non hanno scritto alcun volantino, semmai il sindacato si è limitato a comunicare alla Prefettura di Caltanissetta lo stato di disagio per la situazione in atto con la nota del 7 novembre 2011.

Alla luce delle motivazioni sopra menzionate sembra eccessivo puntare il dito contro il sindacato per i presunti disservizi e i disagi arrecati alla Raffineria di Gela.

E’ necessario ribadire che le federazioni sindacali non hanno chiesto nessun blocco dei varchi d’ingresso della Raffineria di Gela, in quanto i lavoratori dell’indotto prima e il personale diretto della Raffineria di Gela dopo, si sono astenuti spontaneamente dal lavoro in segno di solidarietà nei confronti dei tre lavoratori ex Cedis che da oltre due anni non hanno alcun sostegno al reddito per loro e le loro famiglie, sfiorando ormai una situazione al limite dell’esasperazione.

A conferma di quanto sopra scritto, c’era la presenza delle forze dell’ordine che, se avessero registrato un clima di ostilità e/o di minaccia nei confronti del personale dipendente della Raffineria e dei lavoratori dell’indotto, sarebbero prontamente intervenuti per sedare gli animi. In questa direzione, infatti, non si è registrato nessun intervento. Anche la presenza del sindaco di Gela, avvocato Angelo Fasulo, ha rassicurato i lavoratori con il suo intervento verbale e telefonico con la Prefettura di Caltanissetta per trovare una soluzione concreta e definitiva alla vertenza che, come si ribadiva precedentemente, si trascina stancamente da ventotto mesi. Va ribadito e precisato semmai, per ricondurre la giornata del 7 novembre alla corretta versione, che è stata ferma intenzione sia del personale dipendente della stessa Raffineria che dei lavoratori dell’indotto, a non volere varcare l’ingresso “A”. Le segreterie regionali, unitamente alle segreterie provinciali di categoria, auspicano, in questo momento di difficoltà generale, un dialogo fra le parti in un clima di serenità e di responsabilità per la salvaguardia del tessuto industriale e per rilanciare la competività della Raffineria di Gela. Le segreterie regionali e provinciali del settore delle costruzioni ritengono necessario che, ciascuno per la propria parte di competenza, si adoperi per garantire il rientro dei tre lavoratori, per la salvaguardia dell’occupazione e del reddito dei tanti lavoratori che quotidianamente perdono il lavoro.

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