C’erano una volta i…”talebani”: ecco chi riapre al Pd, chi saluta e chi non si ripresenterà

 
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Gela. Non hanno mai particolarmente gradito quella definizione, “talebani”. Biundo frena su Di Dio e riapre al Pd. Di certo, però, l’ala critica del Partito Democratico va in ordine sparso. Così, mentre l’ex capogruppo del Pd al civico consesso Enrico Vella ha scelto di appoggiare le liste del Megafono e il presidente della commissione bilancio Nuccio Cafà rimarrà tra le fila democratiche, altri consiglieri uscenti prendono direzioni diverse. Fino a qualche settimana fa, Antonino Biundo sembrava poter approdare tra le liste del candidato a sindaco Giuseppe Di Dio. Adesso, però, arriva la frenata. “Ho spesso parlato con Di Dio – spiega Biundo – fino ad oggi, però, non ho ancora scelto. La mia storia è nel Partito Democratico. I contrasti degli scorsi mesi non sono stati personali ma solo politici, non condividevo alcune scelte della giunta Fasulo. La situazione si è molto distesa. Sono stato contattato sia dal presidente della regione Rosario Crocetta sia dal sindaco. Deciderò entro i prossimi giorni. Non do nulla per scontato”.

Liardo saluta i democratici. A divorziare dalla coalizione pro sindaco, invece, è Salvatore Liardo, a sua volta esponente democratico in consiglio. “Insieme ad altri consiglieri del partito – dice – abbiamo sollevato critiche non strumentali. Purtroppo, devo ammettere che poco si è risolto. Il caso della distribuzione idrica è sotto gli occhi di tutti. Per coerenza con le scelte fatte fino ad ora, non posso continuare a far parte di una coalizione che sostiene il sindaco Fasulo. Le proposte programmatiche di Giuseppe Di Dio mi convincono e ho deciso di sostenerlo anche con la mia candidatura”.

“La politica si fa anche fuori dal consiglio”. Il suo nome, invece, non verrà inserito in nessuna lista: Rocco Giudice non si ricandiderà. “Non è più la politica che conoscevo – ammette – c’è troppa confusione. Si parla solo di liste e nessuno mette mano ad un programma serio per la città. Non ci sono più i parti ma solo decine di liste civiche. La politica si può tranquillamente fare anche senza essere consiglieri comunali. La mia decisione è definitiva. Non mi interessa proseguire”.

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