Caccia ai voti delle regionali più della sfiducia al sindaco, che succede in municipio? Tutti amici e non ne parliamo più

 
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Gela. Chi farà la “festa” a chi? A meno di un mese dalle elezioni regionali, in pentola

bolle ancora la mozione di sfiducia. In realtà, è diventata una iattura un po’ per tutti.

La mozione di sfiducia “tira” poco. Pochi sono veramente convinti di voler mettere alla porta il sindaco e la sua giunta. Anche tra i dodici della sfiducia le posizioni divergono, mentre tanti pensano più alla campagna elettorale che alla mozione. Oramai, però, il presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia deve scegliere una data e convocare la seduta per discuterla direttamente in aula. In municipio, sembra proprio che il giorno prescelto possa essere l’ultimo utile, ovvero il prossimo 27 ottobre. I grillini hanno chiesto subito una data. Tanto passa dal Partito Democratico. Il presidente dem Ascia studia le prossime mosse mentre il segretario cittadino Peppe Di Cristina non ha ancora convocato i suoi, messi in campo più a cercare voti che a riflettere su cosa farne del sindaco Domenico Messinese. Proprio Messinese cerca di muoversi su più fronti. La soluzione dell’intesa con il gruppo di consiglieri del centrodestra non è più così alla portata.

La sponda a sinistra? Il fronte di centrosinistra può essere esplorato? Il presidente della Regione Rosario Crocetta, praticamente quasi ex, un’apertura al sindaco l’ha fatta quando è venuto in città a firmare i “patti” sulle compensazioni Eni. “I sindaci si fanno lavorare”, ha detto il presidente riferendosi a quanto accade a Palazzo di Città. Peccato, però, che il fuoco di sbarramento dell’ex sindaco non è più quello di un tempo. Crocetta conta ancora nel centrosinistra cittadino? Le urne diranno tanto e sicuramente i rapporti con i dem locali non sono dei migliori, dopo essersi messo sotto l’ala protettiva anche il capogruppo del Pd in consiglio comunale Vincenzo Cirignotta, che i voti per le regionali li sta cercando non a supporto del candidato ufficiale del suo partito Giuseppe Arancio, ma di quello crocettiano Ennio Di Pietro, con tanto di foto ufficiali a suggellare l’intesa. Poi, c’è il capitolo del candidato last minute Angelo Caci, che non ha mai smentito di essere vicino al vicesindaco Simone Siciliano, piazzato nelle liste di Alternativa Popolare, gli alfaniani che questa volta stanno con il centrosinistra. Il vicesindaco si vuole ritagliare un ruolo, anche da stratega di possibili intese politiche. In municipio, però, non si fanno passi in avanti. Ufficialmente, ci sono i dodici della sfiducia e poi quelli che ci devono ancora pensare. I giorni passano e Messinese avrà comunque bisogno di consiglieri che gli facciano da spalla, pena la fine anticipata della sua esperienza a Palazzo di Città. Chi farà la “festa” a chi? Per ora, tutti tengono alle apparenze, poi si vedrà.

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