Cambia il giudice e si ribalta la sentenza, indossare il camice è lavoro

 
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Gela. La settimana scorsa un giudice ha deciso che il tempo impiegato per spogliarsi e indossare il camice non deve essere retribuito, ieri invece un altro giudice ha dato ragione agli infermieri.

L’Azienda sanitaria provinciale dovrà riconoscere circa 3500 euro a 54 infermieri del presidio ospedaliero Vittorio Emanuele, oltre allo straordinario effettuato dal personale paramedico e mai pagato dall’Asp.

A dare ragione al ricorso presentato dall’avvocato Emanuele Maganuco è stato il giudice Alessandro Laurino il quale ritiene doveroso riconoscere dieci minuti al giorno al personale infermieristico per svestirsi e indossare il camice prima di prendere servizio.

Per la stessa sentenza, la scorsa settimana un altro giudice del tribunale del quartiere Giardinelli, Luca Solaino, aveva invece rigettato la richiesta avanzata da 41 infermieri per il riconoscimento del tempo impiegato a cambiarsi, riconoscendo solo lo straordinario effettuato.

Una situazione quasi paradossale, considerato che complessivamente sono 180 gli infermieri che hanno fatto ricorso e attualmente solo 54 beneficeranno del riconoscimento di ulteriori 10 minuti lavorativi legato al calcolo dei tempi per indossare il camice.

“L’Asp dovrà rimborsare circa 3500 euro ad ognuno dei 54 infermieri – sostiene l’avvocato Maganuco – La prossima sentenza, fissata il 2 aprile, riguarderà ulteriori 35 infermieri. Stavolta è stata fatta giustizia, ci apprestiamo ad appellare la sentenza di Luca Solaini che non ha riconosciuto un diritto affermato da altre sentenze”.

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