Campagne in crisi permanente, Scudera: “L’attenzione è solo per il nord Italia e noi moriamo”

 
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Liborio Scudera

Gela. Delle campagne locali si è ripreso a parlare per via della recente ondata di maltempo che ha creato danni ingenti. Le aree rurali, però, sono in crisi da anni e troppo spesso le istituzioni non si sono affatto mosse. Gli operatori subiscono le tante conseguenze di una distribuzione idrica quasi sempre al palo, con dighe che non sono in grado di soddisfare la richiesta. Neanche il Consorzio di bonifica attraversa un periodo semplice, stretto nella morsa di una flessione costante ed inesorabile. Le notizie che giungono dal fronte di crisi del nord Italia, inoltre, alimentano una certa rabbia. “Il ministro Musumeci ora si sta mobilitando per trovare soluzioni rispetto a quello che sta accadendo nelle Regioni del nord Italia – spiega Liborio Scudera che da anni si fa portavoce denunciando la situazione delle campagne locali – quando era presidente della Regione, invece, chi l’ha visto? Ha solo rafforzato il disastro delle nostre campagne. Nel nord Italia ora tutti si mobilitano e per noi, invece, cosa accade? Niente. Forse, non siamo cittadini italiani?”. Ancora una volta, viene denunciato un sistema colmo di falle.

“A Disueri si continua a scaricare l’acqua a mare in maniera sistematica – dice ancora Scudera – per Cimia, invece, una recente circolare stabilisce che non possa invasare più di un milione e mezzo di metri cubi d’acqua. Il governo nazionale sta provvedendo per il nord Italia, attraverso nuovi sistemi e canali per invasare acqua. Nelle campagne locali, invece, non si riesce neanche a sistemare un tubo. Il Consorzio di bonifica è ridotto ai minimi termini e addirittura il commissario ha rifiutato di incontrare una delegazione di agricoltori locali. Veniamo completamente snobbati mentre il comparto agricolo locale muore e non ci saranno possibilità di recupero. Muore l’agricoltura e muoiono migliaia di posti di lavoro. Questo, evidentemente, non è sufficiente. L’attenzione è per le Regioni del nord. Noi, forse, non siamo cittadini dello stesso Stato”.

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