Campo nomadi a Montelungo, parco nel degrado con la gestione Comunale

 
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Gela. L’ente provinciale di Caltanissetta lo ha abbandonato e messo in vendita. Il Comune lo ignora

dopo averne ottenuto l’affidamento per cinque anni (fino al 2019). I nomadi se ne stanno impossessando. Sembrano queste le tappe che oggi rendono off-limits il parco provinciale di Montelungo.

Un’area verde di 122.500 mq caratterizzata da una montagna che offre un raro belvedere a mare e della piana di Gela ma diventata sede di discariche abusive a cielo aperto e campo nomade che ne ostruisce l’accesso. All’interno il parco è caratterizzato da percorsi che nel tempo sono stati mete per sportivi di ogni genere, dagli appassionati di motocross e mountain bike al tiro a piattello e deltaplano, passando per la corsa campestre e le passeggiate in famiglia.

Oggi il parco è capace solo di sintetizzare l’inettitudine di chi lo amministra. Delle promesse politiche rimane solo lo sperpero di denaro pubblico e l’inconsistenza degli amministratori.

L’anfiteatro e l’area pic-nic sono inutilizzabili perché abbandonate e vandalizzate.

Eppure nel 2014, poco prima di cedere la poltrona più importante di Palazzo di Città a Domenico Messinese, l’allora sindaco Angelo Fasulo aveva ottenuto la gestione Comunale del parco provinciale.

Un accordo annunciato come rilancio ma che invece è stato ignorato dalla giunta Messinese.

Non è stato mantenuto nemmeno uno, degli impegni qualificanti del parco di Montelungo che, come si legge nel sito istituzionale del Comune, “comprendente un alloggio per custode, servizi di scena, servizi igienici, tensostruttura, vasca idrica interrata, strutture removibili per tribune, viali, parcheggi e zona verde”. La gestione affidata al Comune nel 2014 scadrà tra meno di due anni. Occasione per onorare gli impegni assunti che comprendono oltre alle spese per le utenze, “la manutenzione e cura delle aree interne al parco, la sua apertura e chiusura negli orari stabiliti, la manutenzione del verde, la custodia e la vigilanza, l’organizzazione di attività compatibili con la destinazione dell’area, l’organizzazione di attività ricreative, sportive e didattiche, incontri divulgativi su temi specifici della tutela dell’ambiente, con esclusione di qualsiasi attività avente fine di lucro”.

Tra le clausole manca l’ospitalità a campi nomadi, diventati ingombranti residenti del parco di Montelungo.

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