Caos Eni, i dem scaricano Fasulo e dal centrodestra arrivano le bordate: Federico e Greco, “sul protocollo c’è la firma del Pd”

 
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Gela. Il Pd ha già scaricato l’ex sindaco dem Angelo Fasulo, ritenendolo una delle cause principali di quanto accaduto sul fronte Eni.


“Sul protocollo c’è la responsabilità di un intero partito”. Per i democratici, la firma del protocollo d’intesa del novembre di tre anni fa ha generato un “bagno di sangue” occupazionale, con la perdita di centinaia di posti di lavoro in città. Ovviamente, l’affondo al loro ex sindaco apre la strada anche agli attacchi dal fronte avverso, quello di centrodestra. “Se non sbaglio – spiega il deputato regionale di Forza Italia Pino Federico durante una conferenza stampa nella sede cittadina degli azzurri – ad agosto di due anni fa, per rassicurare tutti, in città arrivò l’allora premier Matteo Renzi del Partito Democratico. Quindi, di cosa stiamo parlando? Su quel protocollo c’è la responsabilità di un intero partito”. Per Federico, in conferenza stampa spalleggiato da Maurizio Scicolone, dai consiglieri comunali Salvatore Scerra e Crocifisso Napolitano e dal neo commissario cittadino Emanuele Maniscalco, servono risorse economiche certe. “Ho presentato un’interrogazione all’Ars – dice ancora – chiedo al governo regionale di trasferire i cinquanta milioni di euro non utilizzati per Termini Imerese sull’accordo di programma che riguarda l’area di crisi di Gela. Ci vogliono risorse e non bisogna perdere altro tempo. Questo protocollo, ed era già chiaro al momento della firma, sta solo facendo perdere posti di lavoro”.

“Su Eni i dem stanno con Messinese?”. Una sventolata politica arriva anche dall’ex candidato a sindaco di Un’Altra Gela Lucio Greco. “Ammettere soltanto adesso che il protocollo andava firmato con garanzie occupazionali diverse – dice accusando i dem – suona come una presa di distanza, tardiva e alquanto sleale, non solo nei confronti dell’ex sindaco Angelo Fasulo, ma anche nei confronti di tutti coloro che hanno apposto la propria firma su quel documento”. Per Greco i vertici locali del Pd, a cominciare dal deputato all’Ars Giuseppe Arancio, devono prendere una posizione chiara. “Su un solo punto sono d’accordo con il deputato regionale Giuseppe Arancio – continua Greco – quando afferma che adesso è necessario attivare collegamenti certi a partire dal ministro Claudio De Vincenti. Ma chi dovrebbero essere gli interlocutori con il governo nazionale? Chi sono gli altri attori di questa partita? Il sindaco è escluso da questa trattativa o sotto sotto lo si vuole coinvolgere a pieno titolo tirandogli di fatto la volata in vista di un futuro accordo politico? Se Arancio si candida come intermediario tra questa giunta e il governo nazionale in carica, lo dica chiaramente. Altrimenti, se ritiene che un’amministrazione, priva di qualsiasi riferimento politico, sia la meno adatta a gestire una fase così delicata, ne tragga le dovute conseguenze e la smetta di cincischiare e faccia firmare ai suoi consiglieri la mozione di sfiducia”.

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