Caos idrico, Greco chiede consiglio comunale monotematico: caso Caltaqua in aula

 
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Gela. Disservizi e bollette alle stelle, sono ormai da mesi al centro di un dibattito pubblico, che forse per la prima volta sta contribuendo ad aprire la pista della risoluzione del contratto che lega i Comuni dell’Ato idrico a Caltaqua, la società italo-spagnola che gestisce l’intero appalto. In settimana, è prevista una nuova riunione della commissione tecnica, dopo la reprimenda istituzionale dell’assessore regionale Alberto Pierobon, che ha diffidato il commissario Rosalba Panvini e gli altri componenti. Devono assumere una posizione chiara o in direzione della risoluzione del rapporto oppure verso quella della prosecuzione del contratto. Davanti ad un susseguirsi costante di disservizi e con la città che pian piano prende veramente coscienza delle storture della gestione privata, il sindaco Lucio Greco ha deciso di portare la questione in consiglio comunale. Nelle ultime ore, ha inoltrato una richiesta per una seduta monotematica, tutta dedicata al servizio idrico. Pare che la data indicata possa essere quella del prossimo 8 novembre.

A dar seguito alle indicazioni del sindaco Lucio Greco, dovrà essere il presidente dell’assise civica Salvatore Sammito. Il gruppo di maggioranza è già stato informato e da qualche settimana anche dai banchi dell’opposizione sono arrivati moniti sulla necessità di portare il dibattito in aula. Greco, anche negli scorsi giorni, ha ribadito la linea seguita dalla sua amministrazione e confermata durante i lavori della commissione tecnica. Per il sindaco, il contratto va risolto. Troppi disservizi e disfunzioni tecniche stanno pesando sulla città e sugli utenti, che si trovano a fronteggiare anche bollette “d’oro”, che con conguagli vari arrivano fino a tremila euro.

1 commento

  1. Fogne d’oro, acqua d’oro e tutto un interesse per le lobby e politici che nel passato di sono distribuiti i posti e creando uno stipendificio per amici e parenti. In conclusione Dobbiamo pagare bollette salate per mantenere gli stipendi e per giunta un’acqua non bevibile.

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