Caos sui tamponi Covid in ospedale, Cgil: “Non possono farli gli operatori dei reparti”

 
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Gela. Procedure discutibili che mettono a rischio il personale dell’ospedale “Vittorio Emanuele” e i pazienti. I vertici di Fp-Cgil e della confederazione, i sindacalisti Rosanna Moncada e Ignazio Giudice, chiedono subito un confronto alla direzione del nosocomio di Caposoprano, che solo qualche giorno fa ha inoltrato una nota sui test anti-Covid. “Nello specifico è stata inviata una nota a firma del direttore sanitario Ospedali Riuniti Area Sud-CL, Luciano Fiorella, che contiene delle disposizioni in merito all’esecuzione dei tamponi per Covid-19 da effettuare prima delle attività programmate – dicono – prevedendo che questi vengano effettuati dal personale medico o infermieristico dell’Unità operativa richiedente. Risulta abbastanza evidente che quanto stabilito avrebbe dovuto essere preventivamente concordato con i responsabili delle Unità operative interessate, soprattutto in merito alle procedure organizzative, invece, nulla di tutto questo si è verificato. Ma, ciò che più di ogni altra cosa desta la nostra preoccupazione è che non sono chiare le modalità dei tempi da impiegare e le procedure operative inerenti l’esecuzione stessa dei tamponi, ossia dove andrebbero eseguiti e come”. Secondo i sindacalisti si rischia seriamente di aggravare la situazione, che in città vede già un elevato numero di contagi. “Indicare gli operatori di reparto come “esecutori dei tamponi”, costringe gli stessi a spostamenti dalle aree di degenza, dove ci sono pazienti fragili già accertati negativi, ad aree ad alto potenziale rischio infettivo – continuano – esponendo il personale stesso, laddove non adeguatamente formato e protetto a rischi per la propria salute, causando così, potenzialmente, il mancato contenimento della diffusione dell’infezione. In aggiunta, rileviamo che l’impiego di personale di reparto per le attività indicate crei difficoltà organizzative nelle Unità operative di appartenenza, specialmente in questo periodo di ferie. Ricordiamo che l’azienda sanitaria, a seguito dell’emergenza Covid, ha proceduto all’assunzione di personale dedicato, ridistribuito all’interno delle varie Unità operative, anche non direttamente interessate alla gestione dei pazienti Covid, che, alla luce della nota, non sembrerebbe direttamente utilizzato all’interno delle varie Unità operative alle quali è stato assegnato dai dirigenti responsabili”.

Davanti al rischio elevato che il virus possa entrare tra le corsie dell’ospedale di Caposoprano, il sindacato spinge per rivedere la nota e avviare un confronto.

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