Carne nera e mal conservata nelle celle di un market di via Venezia, due condannati dopo i controlli

 
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Gela. Durante i controlli in un supermercato di via Venezia, successivamente passato ad altro gruppo imprenditoriale, i tecnici dell’Asp ritrovarono almeno cinquanta chili di carne oramai nera e in cattivo stato di conservazione. Pronunciate due condanne. Adesso, arrivano le condanne per il titolare dell’azienda che gestiva il punto vendita e per uno dei responsabili del market. Tre mesi d’arresto ciascuno, con pena sospesa. A giudizio, sono finiti Umberto T. e Nicolò C. La carne venne ritrovata all’interno di una cella frigorifera del supermercato. Stando ai tecnici del servizio veterinario dell’Asp, era stata trattata con solfiti: sostanze utilizzate per ridare un colore rossastro nonostante lo stato di conservazione del tutto precario. Il sospetto era che potesse essere messa in vendita. Gli imputati, difesi dagli avvocati Massimo Favara e Massimiliano Conti, hanno sempre escluso di aver ricoperto incarichi tali da poter effettuare i controlli sulla merce stoccata. Il titolare dell’azienda è a capo di diversi punti vendita sparsi per la Sicilia; l’altro imputato, all’epoca dei fatti, era solo un addetto alle vendite. Una linea sostenuta in aula dai legali di difesa.

Il responsabile del punto vendta non appose mai la sua firma. La loro attenzione, inoltre, si è concentrata sull’effettivo responsabile del supermercato di via Venezia che non avrebbe mai apposto la propria firma neanche sugli atti di sequestro, a causa di anomalie nel rapporto di lavoro. Non è da escludere che fosse stato inquadrato senza un effettivo contratto. Il pubblico ministero Sonia Tramontana ha chiesto la condanna del titolare a cinque mesi di reclusione e l’assoluzione, invece, per l’altro imputato. Il giudice Ersilia Guzzetta, invece, ha deciso per la condanna di entrambi. Gli atti sono comunque stati trasmessi alla procura.

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