Caso Eni in consiglio: Gulizzi contro Ruggeri, “Sindacato succube!”

 
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Gela. Consiglio monotematico sul caso Eni senza, però, i rappresentanti della multinazionale che hanno deciso di non accogliere l’invito inoltrato dal presidente Giuseppe Fava. Alla seduta di ieri mattina, si sono presentati i tre segretari del settore chimico di Cgil, Cisl e Uil.

La tensione tra Alessandro Piva, Francesco Emiliani e Silvio Ruggeri, da una parte, e i consiglieri, dall’altra, non è comunque mancata.
“Le poche presenze in aula – ha ammesso lo stesso Ruggeri – mi fanno molto riflettere. Evidentemente, non tutti hanno grande sensibilità su un tema così importante. Purtroppo, noto che molti parlano dell’argomento senza avere alcuna conoscenza. L’accordo firmato per la conversione della fabbrica è a disposizione di tutti, inclusi cani, porci e galline”.
Gli animi si sono scaldati quando a Ruggeri ha risposto il consigliere del Pd Giacomo Gulizzi.
“Il sindacato dei chimici – ha replicato – dimostra ancora una volta la forte sudditanza nei confronti dell’Eni. Evidentemente, facciamo parte di una categoria inferiore a quella di cani, porci e galline. Ma visto che l’azienda fa sempre riferimento alle perdite milionarie subite, mi fate capire da dove arriveranno questi famosi 700 milioni di euro d’investimento?”.
Sia Alessandro Piva della Filctem che Francesco Emiliani della Femca hanno cercato di smorzare la tensione: facendo leva sull’esigenza di una cooperazione più frequente fra parti sociali ed esponenti del consiglio comunale.
“Ho il forte sospetto – è intervenuto il consigliere Giuseppe Di Dio – che il sindaco fosse già a conoscenza del nuovo piano economico della raffineria. Forse, ognuno cerca di agire in autonomia in base ai propri rapporti privati?”. Netta la risposta del primo cittadino.
“Non so di quali rapporti privati si stia parlando – ha attaccato – quando ho avuto novità dall’Eni, le ho sempre comunicate in maniera trasparente”. Tra attacchi reciproci e una crisi di maggioranza che diversi consiglieri hanno contribuito a mettere ulteriormente in luce, la seduta si è sciolta non senza un ulteriore affondo.
“Mi sembra – ha ribadito Giuseppe Verdone – che ci sia qualcuno tanto furbo da attaccare l’Eni e, contemporaneamente, fare cassa con i soldi dell’azienda”.
Un sospetto che non ha mancato di suscitare altre reazioni, comprese quelle di Giacomo Gulizzi, Enrico Vella e Piero Lo Nigro.

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