Caso Eni, prima del tavolo palermitano spuntano i primi lavori in fabbrica: serbatoi e diga foranea

 
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Gela. Una serie d’incontri informali tra vertici locali di Eni e sindacati sta anticipando il tavolo palermitano già fissato per il prossimo martedì. Incontri prima del vertice di Palermo. Al centro delle riunioni, il tentativo di stilare un primo, provvisorio, cronoprogramma dei lavori subito cantierabili. Una condizione ritenuta essenziale da tutte le parti della trattativa: con in testa gli stessi sindacati e le istituzioni locali. Così, emergono i primi particolari. I manager Eni hanno confermato l’interesse dell’azienda a proseguire nel progetto di green refinery anche se l’obiettivo più caldo è certamente quello di ottenere le prime autorizzazioni sul fronte delle attività di ricerca e estrazione sia in mare che su terraferma. E’ questo l’interesse primario della multinazionale sul territorio. Così, Eni attende di capire quale sia lo stato dell’iter autorizzativo che coinvolge soprattutto gli uffici regionali.

I lavori da avviare in raffineria. Intanto, per cercare di limitare, seppur temporaneamente, la crisi dell’indotto e i gravissimi problemi occupazionali affrontati da decine di operai, emergono indicazioni precise sui lavori da avviare in fabbrica. Alla demolizione dei vecchi moduli dell’impianto di dissalazione dovrebbero aggiungersi interveniti nell’area dei serbatoi della fabbrica e alla diga foranea. L’obiettivo sarebbe quello di partire con i primi cantieri già da metà maggio. Saranno questi alcuni dei punti che verranno portati al tavolo di Palermo dopo il recente incontro al quale ha preso parte anche il presidente della regione Rosario Crocetta. Negli scorsi giorni, i segretari provinciali del settore chimico di Filctem, Femca, Uiltec e Ugl chimici hanno avuto un colloquio con il neo amministratore delegato di raffineria Alfredo Barbaro. Intanto, il gruppo ha scelto Nicola Ranieri come responsabile unico del personale impiegato tra le aziende del cane a sei zampe. Sarà lui l’interlocutore unico anche nella trattativa con i sindacati. Senza risposte certe, comunque, dopo la protesta di venerdì degli operai dell’indotto, anche i sindacati del settore chimico potrebbero avviare iniziative di mobilitazione.

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