Cassarà, “in città troppe donne vittime di violenza”: due si costituiscono parti civili

 
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L'avvocato Cassarà rilancia l'appello dell'Udi nazionale

Gela. “Sono ancora tante le donne vittime di violenze e soprusi, costrette a subire e oggi ancora più in difficoltà davanti all’emergenza sanitaria e all’isolamento del lockdown”. L’avvocato Giovanna Cassarà rilancia l’appello nazionale reso pubblico dall’Unione donne in Italia, in occasione di questo 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Il legale, per anni impegnata attivamente in politica, anche con ruoli istituzionali, ribadisce che il fenomeno è ancora molto grave. “Io stessa, per la mia professione, mi trovo ad affrontare casi molto difficili – spiega – con donne vittime dei mariti o dei compagni. Il lockdown che ha imposto l’isolamento ha raddoppiato le difficoltà vissute dalle donne in tutti i campi, nel lavoro, nella cura dei figli, nella necessità di contrattare spazi e libertà, mentre la pandemia le ha chiuse sempre di più. Come ha spiegato l’Udi nazionale, le donne hanno continuato a subire stupri, violenze, persecuzioni, femminicidi e figlicidi”. Secondo Cassarà, la normativa in materia deve ancora fare passi in avanti, “adeguandosi alla Convenzione di Istanbul”.

“Questo 25 novembre – aggiunge – è solo apparentemente silenziato dalla pandemia, perché invece, seppur online, è ricco di dibattiti, che denunciano l’emergenza dimenticata della violenza dilagante contro le donne”. L’avvocato ribadisce la forte esigenza di non dimenticare casi che troppo spesso, anche in questi ultimi giorni in città, vedono vittime le donne. Invita ad “una simbolica rivoluzione culturale” e a dare spazio “allo studio della tante figure di donne ignorate e cancellate dalla cultura ufficiale”. Ieri mattina, è stata formalizzata la costituzione di parte civile di due donne, vittime della violenza dei mariti. Sono entrambe rappresentate dall’avvocato Vittorio Giardino. In un caso, la donna diventata bersaglio del marito si è vista costretta a lasciare la città, insieme alle figlie, che a loro volta avrebbero più volte assistito alle violenze domestiche. Per l’ex consorte è stato chiesto il rinvio a giudizio.

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