Centro di ricerca sulla fusione nucleare in città, firmata intesa: laboratorio intitolato a Ettore Majorana

 
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La firma ufficiale sull'accordo (foto askanews)

Lecce. Come anticipato ieri, questa mattina è stata apposta la firma al “joint research agreement” siglato da Eni e Consiglio nazionale delle ricerche. Un investimento da venti milioni di euro che consentirà di avviare in città un centro per lo studio delle nuove frontiere della fusione nucleare, quella definita “pulita”. A Lecce, uno dei comuni individuati per ospitare un altro laboratorio, l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi e il presidente del Cnr Massimo Inguscio hanno apposto le firme ufficiali. C’era anche il premier Giuseppe Conte. Il centro gelese sarà intitolato a Ettore Majorana. “Sarà orientato alla ricerca di avanguardia sulle caratteristiche dei plasmi, dei magneti superconduttori, e sulle caratteristiche delle centrali che possono sfruttare le proprietà dei materiali e i vantaggi del processo di fusione – si legge in una nota ufficiale di Eni – il centro svilupperà competenze anche sul fronte del trasporto e dello stoccaggio della potenza elettrica, interfacciandosi con centri Cnr che già operano in questi campi in Sicilia. L’attività di collaborazione Eni–Cnr prevede lo sviluppo di competenze e know-how tecnologico, di tecniche innovative e di metodologie di validazione per la fusione, attraverso l’integrazione di competenze dei centri di ricerca di eccellenza del Cnr con Eni”. Non sono previsti, in questa fase, progetti di impianti per la fusione nucleare nel sito locale. Solo ricerca, come più volte spiegato dai manager del cane a sei zampe.

“La collaborazione con Cnr si inquadra nella strategia Eni di forte cooperazione con l’eccellente sistema della ricerca italiano – ha detto Descalzi – siamo orgogliosi di avere all’attivo 9 accordi strategici con le principali università ed enti di ricerca del paese, per un investimento di più di 67 milioni di euro, evidenziando il nostro impegno nel campo della Ricerca e Sviluppo”. “L’accordo tra Eni e Cnr rappresenta un esempio unico di alleanza fra una grande azienda e l’ente di ricerca più importante in Italia per numero di ricercatori e brevetti, premi Erc vinti che permetterà di fare sinergia sulle conoscenze reciproche e nei laboratori congiunti sul territorio – ha spiegato Inguscio – questa alleanza produrrà innovazioni di ricerca e tecnologiche su scala industriale nel Mezzogiorno con benefici scientifici anche in altre zone dell’Italia e del mondo. I ricercatori del Cnr e di Eni lavoreranno assieme allo sviluppo di quattro aree fondamentali per la decarbonizzazione del settore energetico, la promozione dell’economia circolare e della bioeconomia, a sostegno di sistemi idrici più efficienti e di tecniche di agricoltura innovativi in linea con i principali obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e al tempo stesso per promuovere soluzioni e mitigare gli impatti crescenti della siccità nel Mediterraneo e in aree geografiche strategiche del Corno d’Africa, Sahel, Medio Oriente”. A Lecce, il centro di ricerca sarà dedicato allo studio dei fenomeni di riscaldamento globale; a Portici, in Campania, verranno approfonditi gli aspetti dell’agricoltura e delle biomasse; a Metaponto, in Basilicata, le attività saranno del tutto dedicate all’acqua.

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