Centro per l’impiego nel caos, utenti tra disagi e “puzza di piscio”

 
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Gela. Il Centro per l’impiego (Cpi) da questa mattina ha ufficialmente chiuso gli uffici al pubblico per “mancata erogazione idrica nei servizi igienici”. In verità, a dispetto della comunicazione a firma del direttore Angelo Carbone e affissa nella porta d’accesso, gli uffici sono rimasti aperti tra il fetore di piscio e gli incolpevoli utenti costretti ad estenuanti attese.
Le lamentele degli utenti.
“Da tre giorni cerco di registrare il mio nome nella lista di disoccupazione – accusa un cittadino – spero questa volta di riuscire a concludere la pratica e non dover tornare. C’è solo un dipendente incaricato al disbrigo delle richieste – dice al direttore – altri è come se bivaccassero tra i corridoi”. “Escludo che qualcuno bivacchi – replica Angelo Carbone, direttore del Cpi – E’ solo una questione di competenze. Per colmare le lacune e i disservizi sarebbe indispensabile ottenere il trasferimento di dipendenti qualificati ma collocati in altre strutture del territorio”. Accuse pesanti, quelle mosse da Carbone, che hanno suscitato l’indignazione di altri utenti in attesa del loro turno tra secchi e scope accatastate nel corridoio al primo piano del prestigioso palazzo dell’opera Pia, affittato al Comune.
I disservizi del Cpi.
La lista dei disservizi resi al pubblico dal Cpi è davvero lunga. Si va dal centralino telefonico inattivo perché anacronistico, alla mancanza di un addetto alla sicurezza, da guasti all’impianto antincendio all’autoclave, solo per citarne alcuni.
Il direttore del Cpi, convinto che molte responsabilità sono da attribuire all’amministrazione comunale, ha minacciato “di spostare il personale altrove” per tutelarlo dalle continue aggressioni subite.

La replica della giunta.
“L’obbligo di fornire i locali – replica l’assessore Gianni Mauro – non significa attribuire all’ente comunale l’onere di fare le manutenzioni ordinarie e persino riparare un motorino dell’acqua che avrebbe causato il malcontento dei loro dipendenti. Si tratta di locali a suo tempo affidati in perfette condizioni – aggiunge Mauro – ora da verificare che tipo di manutenzione occorre e chi deve provvedere”.
Il dirigente appiedato.
Per dirimere la diatriba e scongiurare la paventata chiusura del Cpi è giunto in città Carmelo Razza, direttore provinciale del Centro per l’impiego, attardato da un guasto al suo motociclo e prontamente soccorso dal dirigente locale Carbone.
Il tavolo di concertazione.
“Invito il direttore del Cpi – conclude l’assessore Mauro – ad essere più attento nel rilasciare dichiarazioni, contare fino a 10 in genere aiuta, e di incontrarci con il dovuto atteggiamento per ascoltare le sue richieste anche lunedì prossimo (16 luglio)”.
Quel tavolo sarà occasione per fare chiarezza su numerose questioni che vanno dal mantenimento della sede del Cpi alla salvaguardia del prestigioso palazzo Roviano Pignatelli.
Palazzo Roviano Pignatelli nel degrado.
Lo stabile dell’opera Pia è infatti caratterizzato da infiltrazioni d’acqua che hanno causato cedimenti di blocchi di tufo, muffa alle pareti e sui soffitti del primo piano. Anche il prospetto è scrostato.
Le accuse della Cgil.
“La Cgil ritiene assurda la disamministrazione dell’amministrazione comunale – tuona Ignazio Giudice, segretario della camera del lavoro – Per la prima volta ci troviamo di fronte ad una denuncia pubblica del direttore del Centro per l’impiego che può dimostrare i solleciti indirizzati al sindaco ed agli uffici comunali per evitare il disastro igienico. Oggi ho personalmente telefonato al direttore provinciale per evitare l’interruzione dei servizi pubblici ed ho rappresentato la situazione di emergenza alla Prefettura poiché è evidente il pericolo del disordine pubblico”.

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