Che successe al porto rifugio? I lavori sono regolari? Carosia, “tutto secondo progetto”: Farruggia, “serve la caratterizzazione delle sabbie”

 
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Gela. Tutto viene fatto a norma oppure c’è qualcosa che non quadra nei primi lavori

avviati al porto rifugio?

I lavori al porto rifugio. I dubbi principali riguardano la gestione delle sabbie che vengono scavate dal motopontone utilizzato nelle operazioni di riprofilatura, avviate dalla catanese Cantieri Riuniti srl. “I controlli sono costanti – dice il comandante della capitaneria di porto Pietro Carosia – tutto viene svolto secondo quanto indicato nel progetto originario, compreso lo stoccaggio delle sabbie, in attesa della caratterizzazione. Anzi, spero che il progetto complessivo possa proseguire. L’impegno è che i lavori riprendano da settembre, al massimo ottobre”. Dalla capitaneria di porto, quindi, non sembrano emergere preoccupazioni. Il vero problema, però, è quello della gestione delle sabbie che vengono prelevate nella fase di scavo del canale d’emergenza che dovrebbe limitare l’impatto dell’insabbiamento. “Parliamo di un sito Sin – dice il consigliere comunale del Movimento cinque stelle Virginia Farruggia – di conseguenza, prima di tutto, serve la caratterizzazione delle sabbie che, intanto, vengono stoccate e depositate, entrando a contatto con la superficie esterna. Chi può dire, senza dati certi, che tipo di impatto possano avere questi banchi di sabbia? Non è sufficiente quanto accertato durante le operazioni che consentirono l’accesso al porto rifugio delle camere coke. Quei carotaggi vennero svolti direttamente da Eni. Vorrei sapere, invece, perché sono passati mesi e mesi senza l’aggiudicazione dei lavori di caratterizzazione?”. Il consigliere grillino, componente del gruppo di lavoro sul porto rifugio attivato in municipio, negli scorsi giorni, ha effettuato anche un primo sopralluogo nell’area delle attività. Non sono da escludere, comunque, ulteriori iniziative.

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