“Ci sono i finanziamenti per il Gac” ma gli operatori del settore fuggono via

 
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Gela. L’inagibilità del porto rifugio scoraggia gli operatori che ignorano l’investimento di 1,2 milioni di euro. I pescatori preferiscono fare rotta verso le strutture portuali di Licata e Ragusa.

L’allarme legato al Gac. A lanciare l’allarme è Pellegrino Ferrigno, rappresentante del Gac (gruppo di azione costiera) diretto da Tonino Collura. Sono a disposizione 1,2 milioni di fondi europei per finanziare progetti a sostegno della pesca e della valorizzazione delle risorse del mare. Il prossimo anno l’investimento potrebbe addirittura lievitare a venti milioni di euro.

Il caso del porto rifugio. Negli scorsi giorni il direttore regionale della Protezione civile ha dato il via libera agli interventi strutturali e di dragaggio dei fondali del porto rifugio. Inoltre, considerata la denuncia di emergenza straordinaria diramata da Pietro Carosia, comandante della Capitaneria di porto, è stato deciso anche l’avvio dell’opera di allungamento del molo di ponente per ulteriori cinquanta metri. Quest’ultimo intervento non dovrà essere in contrasto con il progetto del porto presentato al ministero dell’Ambiente il cui iter di autorizzazione, a detta del governatore Rosario Crocetta, è in dirittura d’arrivo. Secondo Domenico Messinese, candidato sindaco per il M5s, il progetto di 67 milioni di euro presentato da Crocetta è superato, “basterebbero circa 15 milioni di euro – dice Messinese – per realizzare un’infrastruttura industriale e capace di puntare sul turismo sulla scia di Marina di Ragusa”. In attesa dell’approvazione di un progetto, il porto rimane inagibile e con esso l’interesse degli investitori. “Sono stati avviati bandi pari a 1,2 milioni di euro – assicura Pellegrino Ferrigno – per rilanciare l’attività di pescaturismo nella fascia costiera compresa tra Gela e Licata oltreché Lampedusa. I progetti finora presentati sono pochi. In città sono appena due, un numero irrilevante. Sarebbe importante coinvolgere maggiori operatori del settore – aggiunge Ferrigno – per incrementare l’economia ittica tramite i finanziamenti della Comunità europea. Nel 2016 è previsto un ulteriore investimento di venti milioni di euro, con possibilità di usufruire di agevolazioni a fondo perduto, in termini percentuale, con punte fino al settanta per cento. In questa circostanza i progetti finanzieranno l’avvio di attività ittiche a Gela, Butera e Lampedusa. Purtroppo l’inagibilità del porticciolo contribuisce negativamente al rilancio dell’intera economia legata al mare. I pescatori sono costretti a ricorrere al porto di Licata e molte aziende preferiscono investire in altre realtà più efficaci da un punto di vista infrastrutturale”. Il sindaco Angelo Fasulo aveva parlato dell’avvio di investimenti in attrezzature e infrastrutture per agevolare “interventi ed azioni mirate a rafforzare la competitività delle zone di pesca, sviluppando nuove competenze professionali e sperimentando forme di innovazione tecnologica”.

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