La città invoca la sua Patrona, fede e istituzione in preghiera contro il Covid-19

 
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Gela. “Bisogna ripartire dalle cose semplici come il saluto con una stretta di mano. Anche questo oggi è negato per il pericolo di contagio da Coronavirus. Solo la fragilità ci porta a trovare i nostri limiti”. Sono queste le parole in omelia espressa da don Lino Di Dio durante una celebrazione eucaristica officiata solo alla presenza delle telecamere dei giornalisti locali e del sindaco Lucio Greco. Abbiamo seguito per voi la messa, proponendovela in diretta streaming e televisiva sul canale 647, consentendovi di partecipare e interagire tramite i social. Proprio voi avete postato messaggi di ringraziamento a tutti i medici, infermieri, forze dell’ordine impegnati in prima linea. Non sono mancati i ringraziamenti al sindaco e ai sacerdoti.

Nella chiesa del Carmine erano assenti, per un attimo, mascherine e guanti indispensabili a contenere un eventuale contagio.

Tutti i preti che operano in città, a debita distanza sull’altare, si sono rivolti alla patrona Maria santissima dell’Alemanna. “Questo popolo ti offre l’innocenza dei suoi bambini – ha aggiunto il primo cittadino – ma anche la generosità, la fatica, le angustie dei tanti disoccupati, la mancanza di lavoro, l’angoscia e gli sforzi di chi vuole fare rinascere questa città”. E’ stato don Giorgio Cilindrello a intonare i canti liturgici, imbracciando una chitarra.

“Questa emergenza ci porta a fare sacrifici – ammette don Lino -, cercando l’essenzialità dei valori come la famiglia. Non illudetevi che tutto ci è dovuto e scontato”.

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