“Cleandro”, parte giudizio di appello: in primo grado condanne per traffico di droga di Rinzivillo

 
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Gela. Le richieste della procura generale verranno formalizzate a fine mese. E’ partito il giudizio di appello che coinvolge imputati coinvolti nell’inchiesta “Cleandro”. Secondo gli investigatori, il boss Salvatore Rinzivillo fu in grado di strutturare un vasto traffico di droga, con basi logistiche anche all’estero. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, questa mattina, hanno definito le prossime “tappe” del procedimento. I ricorsi erano già stati avanzati dalle difese degli imputati. La decisione dovrebbe arrivare a dicembre.

In primo grado, il collegio penale del tribunale di Gela ha escluso la contestazione mafiosa, disponendo condanne per il solo traffico di droga, ma non tra Stati. Quattordici anni di reclusione sono stati imposti a Vincenzo Spiteri e Francesco Doddo. Solo per quest’ultimo (difeso dagli avvocati Angelo Cafà e Fabrizio Formica) non era contestata l’appartenenza all’associazione mafiosa e i legali hanno ribadito la sua estraneità ai fatti e a qualsiasi rapporto con il boss Rinzivillo. Tredici anni e dieci mesi di reclusione sono stati disposti per Giuseppe Cassaro. Tredici anni e quattro mesi, infine, per il gelese Riccardo Ferracane e per Gabriele Spiteri. Gli agrigentini Giuseppe Cassaro, Vincenzo Spiteri e Gabriele Spiteri avrebbero avuto contatti diretti in Germania, dove avevano vissuto. Il referente in città sarebbe stato Ferracane, mentre per Doddo i pm dell’antimafia nissena hanno individuato un ruolo da finanziatore. L’affare della droga fu monitorato anche a Roma, dove Rinzivillo risiedeva. Per gli inquirenti, il boss sessantenne avrebbe avuto contatti diretti con un gruppo di agrigentini, che risiedeva in Germania, una delle vie della droga. La recidiva, in primo grado, è stata riconosciuta a Doddo e Vincenzo Spiteri. Gli imputati sono difesi inoltre dai legali Giovanni Lomonaco, Flavio Sinatra, Giuseppe Rapisarda, Tiziana Casali e Walter Tesauro. In un altro filone processuale, scattato dalla stessa inchiesta, il boss Salvatore Rinzivillo, in appello, è stato condannato a venti anni di reclusione. Condanne inoltre a quelli che vengono considerati i suoi veri supporti, l’ingegnere Ivano Martorana e Paolo Rosa, a loro volta già residenti in Germania. Il Gico della guardia di finanza e la squadra mobile portarono avanti l’inchiesta.

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