Cocaina spacciata nei luoghi della movida, Grillo e Radicia in carcere respingono le accuse

 
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Immagini di repertorio

Gela. Hanno voluto rilasciare dichiarazioni spontanee, escludendo di far parte di un’organizzazione in grado di movimentare droga, soprattutto cocaina, poi rivenduta nei luoghi della movida in città. Il ventisettenne Rocco Grillo e il trentatreenne Antonio Radicia si sono presentati dal gip del tribunale di Caltanissetta. Sono stati arrestati dai carabinieri, su ordine dei pm della Dda nissena. Avrebbero gestito un affare da circa trentamila euro al mese. Grillo ha negato qualsiasi coinvolgimento, sostenendo di non avere precedenti penali né di aver subito sequestri da parte delle forze dell’ordine. Gli inquirenti però avrebbero seguito più volte la sua auto, ritenendo che venisse usata per raggiungerei clienti e garantirgli la droga. Ha reso dichiarazioni spontanee, assistito dall’avvocato Davide Limoncello.

Anche Antonio Radicia (difeso dai legali Davide Limoncello e Paola Turco) ha messo in dubbio la ricostruzione degli investigatori. Ha precisato che nei periodi al centro dell’indagine “Smart” sarebbe stato detenuto. Venne arrestato, prima con l’accusa di aver sparato contro l’abitazione di un giovane e poi perché coinvolto nell’inchiesta “Malleus” (ritenuto coinvolto nel traffico di droga per conto del clan Rinzivillo). Proprio per queste ragioni, non avrebbe avuto la possibilità di muoversi per spacciare la cocaina. Non è da escludere che i difensori possano rivolgersi ai giudici del riesame.

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