“Collasso ospedale”, comitato: “Poche risorse e serve chiarezza su terapia intensiva”

 
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Gela. Un ospedale in emergenza assoluta. I componenti del comitato “Sos Vittorio Emanuele III” rilanciano l’allarme per reparti in prima linea nella lotta al Covid, rimasti con risorse limitatissime. Poco personale per un numero di contagi e ricoveri in aumento. “Solo sporadicamente si accendono i riflettori sull’emergenza che dovrebbe ricevere costante attenzione e cioè la condizione dell’ospedale, che rappresenta ciò che ovunque è la risposta territoriale al Covid-19. Ed è questo il motivo per cui questo comitato è nato – dicono Filippo Franzone, Luciana Carfì e Francesco Tilaro – ebbene, per chi non l’avesse ancora compreso, la situazione in cui si trova il nosocomio è pessima. Per farla breve, ad un passo dal baratro. Il nome che abbiamo dato al comitato, riflette fedelmente questo stato assolutamente emergenziale. L’aspetto più scandaloso che ci preme innanzitutto sottolineare è sotto gli occhi di tutti, la terapia intensiva. A marzo di quest’anno Eni, attraverso Rage, ha disposto di donare al “Vittorio Emanuele” 10 posti letto per la terapia intensiva. A luglio di quest’anno, il decreto Razza ne ha previsti 12, ossia altri 8 nuovi, in aggiunta ai 4 attivi, per un importo di circa 3 milioni di euro. Di questi soldi ad oggi non c’è nessuna traccia. Il nuovo piano Covid di novembre prevede entro la fine del mese 8 posti in intensiva e solo Covid, più 50 in subintensiva-malattie infettive”. Dal comitato fanno inoltre sapere che la carenza è anche di personale in servizio. “Ma il problema è che alla fine della fiera parlare di posti letto ed attrezzature senza personale medico e infermieristico dedicato, è come parlare al vento. E’ un film che abbiamo visto con l’Utin, ad esempio. Abbiamo saputo che dei 4 posti Covid attivi in rianimazione, 2 sono occupati. Occupati anche i 6 posti di subintensiva. Idem i 30 in medicina generale. Dei 40 posti attivi, 38 sono già occupati. Ne restano disponibili solo 2. Anzi, anche quelli sarebbero stati occupati. A fronte di ciò, i rianimatori sono rimasti gli 8 del pre-Covid, non è arrivato nessun rinforzo. In realtà, attualmente sono 7 gli operativi perché uno di loro è stato contagiato. Va precisato che se di questi sette, ad esempio due fossero al momento destinati al Covid, potrebbero fare solo questo. I restanti 5 dovrebbero poi dividersi anche tra 118 e le normalissime funzioni di un Spoke. A questi si aggiungono 14 infermieri, nessun operatore sociosanitario e tre assistenti sociosanitari. In medicina generale, di notte in turno ci sono solo tre infermieri in ragione di 30 ricoverati, uno per ogni 10. Numeri terribili. Numeri da collasso”.

Il comitato torna a chiedere chiarezza alla politica, già vista come “spettatrice” dell’emergenza sanitaria. “Ed allora dove sono finiti i 3 milioni di euro previsti nel decreto Razza per i 12 posti in terapia intensiva? A che punto sono i 10 finanziati da Eni? A cosa è servita la visita nei locali del Vittorio Emanuele se non a fare la solita passerella? – concludono – sono domande che esigono risposte e senza le quali ritorneremo a farci sentire”. L’amministrazione comunale e i vertici Asp hanno, anche di recente, spiegato che i programmi previsti vanno avanti.

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