Coltellate alla compagna di corso, condanna per la giovane accusata: 5 anni e 6 mesi

 
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L'aggressione ripresa dai sistemi di videosorveglianza

Gela. Avrebbe cercato di uccidere la compagna di corso, a causa di contrasti personali. E’ arrivata la condanna per la giovane che tre anni fa, ancora minorenne, aggredì e accoltellò una coetanea, in pieno centro storico. Cinque anni e sei mesi di detenzione. La pronuncia è stata formalizzata dal gup del tribunale minorile di Caltanissetta. Era accusata di tentato omicidio. Con un coltello, dopo l’ennesimo litigio, colpì la compagna di corso, che riportò ferite profonde. La dinamica venne ricostruita, soprattutto con l’ausilio delle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona. La procura aveva chiesto una pena ancora più pesante, ad otto anni di detenzione. La giovane, che dopo l’aggressione si costituì alla caserma dei carabinieri di via Venezia, ha sempre negato di aver avuto l’intenzione di uccidere. Per i suoi legali, si trattò di una reazione, per difendersi. Gli avvocati Francesco Enia e Giusi Ialazzo, difensori dell’imputata, sono ritornati nuovamente sul punto. Hanno più volte chiesto la riqualificazione del capo di imputazione. Per i legali, non si trattò di tentato omicidio, ma di lesioni gravi. Inizialmente, su richiesta degli stessi legali, la giovane ottenne la messa alla prova, con un periodo di recupero e formazione in comunità. Per i magistrati della procura minorile nissena, la sua condotta non ha assicurato il rispetto degli obblighi e dei doveri previsti. Hanno chiesto e ottenuto la revoca e si è proceduto con il giudizio abbreviato. I pm hanno confermato le contestazioni, ritenendo il fatto molto grave e individuandolo come tentato omicidio. L’imputata colpì con il coltello che aveva portato con sé. La compagna ferita perse molto sangue ma riuscì a chiedere aiuto e ad essere trasportata in ospedale, dove fu sottoposta ad un intervento chirurgico.

La famiglia ha seguito il procedimento, assistita dall’avvocato Filippo Spina. Il gup ha riconosciuto le attenuanti. I legali dell’imputata, dopo il deposito delle motivazioni, si rivolgeranno alla Corte d’appello.

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