Come i Savoia svendono l’Italia ai francesi

 
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Gela. Nel luglio del 1859, si profilavano all’orizzonte le vendite dei centri di Nizza e di Savoia alla Francia, rivendicate da Napoleone III, e visto che l’Italia con l’annessione toscane e romagnole aveva la possibilità di occupare il Regno della Due Sicilie, sarebbe diventata uno stato possente. Il re galantuomo Vittorio Emanuele II e il suo primo ministro, grande stratega, Camillo Benso Conte di Cavour, per avere l’aiuto dei Francesi, svendono Nizza e la Savoia, e chiedevano l’intervento di Napoleone per aggiudicarsi il meridione d’Italia. Così la nostra Nazione in quel periodo viene mutilata a oriente dall’Impero Austro Ungarico che ottiene la cessione della Lombardia e del Veneto e a occidente dalla Francia con la vendita unilaterale di Nizza e della Savoia. L’Italia perde 258 miglia quadrate di territorio e 707 mila anime di Nizza, così le alpi occidentali diventano francesi e il mediterraneo “lago francese”. I Savoia concedono le chiavi d’Italia alla Francia e Napoleone III, non contento del contratto stipulato con il governo Sardo, pretese il suffragio universale dei 131.744 votanti dove presentò al mondo il diniego di solo 223 no al suffragio. Bravo Napoleone.
Cedendo la Savoia e Nizza, l’Italia perdeva sette province nei due distretti di Chambery e d’Annecy compresa l’origine della dinastia Savoiarda che diventava Francese. Proprio quei Savoia che per tanti secoli hanno continuato a dichiararsi italiani, ora scopriamo che sono Francesi. Uno schiaffo per noi esterofili per eccellenza che continuiamo a tenere i suoi eredi nel Pantheon di Roma. Come se prendessimo gli eredi di Napoleone I e li mettessimo nell’altare della Patria di Roma. Il Nizzardo Giuseppe Garibaldi, aveva programmato una manifestazione di protesta nella città di Nizza, sedata dai Savoiardi, ancora prima che nascesse. Le contraddizioni di questa grande e interessante opera del governo Sardo, si notano nelle dichiarazioni fatte dal Primo Ministro Italiano e Francese alle rispettive camere dei Deputati. Il primo Cavour, asseriva testualmente, come riportato dall’autore del testo “Storie delle Due Sicilie” Giacinto de’ Sivo : “La cessione è condizione essenziale del perseguimento di questa politica, che in sì poco tempo ne ha condotti a Milano, a Firenze e a Bologna. Respingendo il trattato si sarebbero esposte a evidente pericolo le passate conquiste e anche le stesse sorti della Patria”. Mentre il Borache diceva: “La Francia non entra per niente nella separazione delle Romagne. Non colpa l’Imperatore se il Papa non ha serbato la sua potestà su quelle contrade. Si può dire che la Francia lasciasse sfuggire le legazioni alla Santa Sede?”

I due Ministri si contraddicono apertamente o per leggerezza o per un disegno prestabilito. Certo che l’Imperatore dei Francesi interrogato da Londra se stesse trattando con il governo Italiano la vendita di parte del territorio, dichiarava: assolutamente no, ma spiegava che si stesse trattando una questione di famiglia tra due dinastie.
Il Ministro Cavour era il trionfatore di tutto questo programma e della Patria che rimaneva nel sangue, nella corruzione, nella guerra civile, nel protestantesimo, nella scostumatezza, nei debiti, nelle tasse, nel socialismo a lui non importava niente, perché divenuto milionario e quasi re avrebbe tenuto lo scettro sui popoli dominati e condannati a pagare la sua grande vittoria. Ma aveva dimenticato che Dio stava contando i sui giorni e la sua boria del triste trionfo per la colonizzazione di popoli inermi. Infatti nel giugno del 1860 moriva.
Lui pagò il suo comportamento indegno, per i fatti del 1860 e successivi, noi meridionali siamo ancora in attesa della divina provvidenza Manzoniana, visto che i mali vengono bensì non perché ci si è data cagione. Restiamo in attesa del giorno che i tosco padani pagheranno per il male che hanno arrecato ai popoli del meridione d’Italia. Il grande Gramsci, socialista, nei suoi scritti asseriva che lo stato Sardo, era l’unico abilitato a unificare l’Italia . Grande visione di uno storico imparziale!

5 Commenti

  1. Qualche precisazione per fare chiarezza. Il testo di Maganuco è nelle sue parti essenziali la trascrizione di alcune frasi tratte da un testo di Giacinto de’ Sivo il cui titolo corretto è “Storia (non Storie!) del regno delle Due Sicilie dal 1847 al 1861”: chi volesse controllare le troverà nel volume terzo, Verona, Vicentini e Franchini, 1865, pp. 94-95 reperibile su google.books.
    Il de’ Sivo, alto funzionario dell’amministrazione borbonica, fu uno dei tre componenti la “Commissione per la stampa” nominata da Francesco II nel maggio 1863: gli altri due erano il duca di Civitella e un certo Palumbo, ex ispettore di polizia.
    Di suo Maganuco aggiunge l’incredibile affermazione secondo la quale “la nostra Nazione in quel periodo viene mutilata a oriente dall’Impero Austro Ungarico che ottiene la cessione della Lombardia e del Veneto”: sarebbe bastato consultare un manuale per le scuole medie per scoprire che nel 1859 la Lombardia non fu ceduta all’Impero austriaco ma fu ceduta dall’Impero austriaco al regno di Sardegna; e in quanto al Veneto, rimasto allora sotto il dominio austriaco, sarebbe entrato a far parte del regno d’Italia nel 1866.
    Infine: Gramsci, dopo ave militato nel partito socialista, fu tra i fondatori del Partito comunista d’Italia. Il regime fascista lo fece condannare a venti anni e quattro mesi di reclusione. Al processo risorgimentale dedicò molte riflessioni nei suoi “Quaderni dal carcere”, che forse andrebbero letti prima di parlare a vanvera.

    • Cit. “sarebbe bastato consultare un manuale per le scuole medie”
      Un manuale scritto da massoni? I libri delle scuole sono tutti da buttare nel WC.

  2. Non sono solito commentare l’incommentabile ma mi chiedo dove la signora Elena attinga le sue conoscenze, visto che non crede ai testimoni, non legge libri, non credo frequenti gli archivi: nella fattispecie, sarebbe opportuno che ci comunicasse da quale fonte non massonica ha appreso che nel 1859 la Lombardia e il Veneto furono cedute all’impero “austro-ungarico” che sarebbe nato nel 1867.

    • Sinceramente non me ne frega un fico secco se nel 1859 la Lombardia e il Veneto furono cedute all’impero “austro-ungarico” oppure al regno di sardegna o anche ai marziani (inesistenti, ma vallo a dire alla NASA), io sono indignata per il fatto che tutto quello che succede intorno a noi è sempre stato un filmetto neanche poi fatto bene (ma tanto le capre sono ben distratte da partite di calcio e spettacoli trash), il tutto girato sotto la supervisione dei gesuiti, ovvero vaticano, tramite i tentacoli della massoneria… Ah sì che leggo libri, ma di certo non leggo le menzogne che scrivono i professoroni massoni. Solo uno ne ho letto di un massone: Massoni, alla scoperta delle UR Lodges di Gioele Magaldi, e le assicuro che ne ho fatte di scoperte interessanti! Anche i libri di Marco Pizzuti sono stati molto “illuminanti” ed è da li che ho cominciato a capire di che razza di malfattori governano il mondo, capaci di tradire il proprio popolo come nel caso delle guerre mondiali finanziate dai soliti personaggi di cui non faccio nomi, ROCKEFELLER, JP MORGAN, ROTSCHILD… e continuando con l’11 settembre, e poi tutto quello che è venuto dopo. Vogliamo parlare di Moro? Di Falcone e Borsellino? Ma chi vuole che li abbiano uccisi? Le brigate rosse e la mafia? Ma mi faccia il piacere! Come disse un famoso massone.

      • Ci tengo a specificare che Marco Pizzuti è un propagandatore di dottrine gnostiche e mi sono limitata solo a “rivelazioni non autorizzate” e “scoperte scientifiche non autorizzate” nei quali vi sono abbastanza informazioni per cominciare a indagare da altre fonti, perché credo proprio che Marco Pizzuti abbia avuto, invece, le AUTORIZZAZIONI da chi detiene queste informazioni e le abbia divulgate proprio per volontà di questi. Come dire, ti svelo i segreti dei problemi del mondo e ti do anche la soluzione (sbagliata!).

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