Commercianti infuriati: un’ordinanza impone la musica solo fino alle 23

 
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Gela. Nei fine settimana, a mezzanotte stop alla musica nei locali. I commercianti della città costretti a non fare musica nei loro locali si ribellano.

Da tempo la querelle tra i residenti e  i gestori di alcune attività non si placa. Denunce e interruzione di alcuni manifestazioni sono oramai una routine. “Sono stato denunciato per disturbo della quiete pubblica da un coinquilino dello stabile- dice Claudio Cacciatore, gestore dell’hunter- per una sola denuncia mi hanno ritirato la licenza per fare musica”.  “La motivazione per il ritiro è stata addebitata al fatto che al centro storico non si può suonare -continua Cacciatore-  ma in realtà a quanto mi risulta, altri commercianti hanno un trattamento differente e fanno concerti. Ho addirittura dovuto sostenere una spesa di settecento euro solo due settimane prima del ritiro della licenza, per una relazione fonometrica”.

Le attività sono costrette a non promuovere eventi per non rischiare ulteriori denunce. Sei mesi fa è stata emessa  un’ordinanza imponendo ai locali della città di far musica fino alle 23 durante la settimana e fino a mezzanotte durante il fine settimana.  

Si potrà proporre musica all’esterno dei locali fino alla mezzanotte «con un’estensione dell’orario finora vigente per i festivi» dice un commerciante. “Ho cercato di organizzare eventi musicali e di diffondere la cultura della musica dal vivo- afferma via facebook Ottavio Averna socio di Peppe Aber, proprietari del punto zero-  tentiamo  di attirare quanta più gente possibile ma questo ci ha portato  ad essere denunciati più volte per disturbo alla quiete pubblica subendo durante ognuno degli eventi organizzati, l’intervento delle forze dell’ordine. L’assessore alle politiche giovanili Giuseppe Ventura ammette che ci sono delle priorità per una città come la nostra, tra queste quella di incentivare la musica ed i giovani gelesi.

“ Il rispetto delle norme vigenti- continua l’assessore Ventura-  è doveroso ma non deve limitare i commercianti e i giovani che propongono arte. Si deve cercare una mediazione che non lasci il malcontento alle parti, non si devono costringere i ragazzi ad allontanarsi nei paesi limitrofi per divertirsi”. 

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