Compensazioni illecite, “contatti telefonici con schede intestate ad extracomunitari”

 
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Gela. Per i contatti telefonici, necessari a strutturare la presunta rete di aziende e professionisti che si sarebbero rivolti al trentaquattrenne Rosario Marchese, sarebbero state usate schede telefoniche intestate a cittadini extracomunitari. E’ un aspetto emerso dall’esame di uno degli investigatori che si occupò di una maxi indagine, tutta incentrata su compensazioni fiscali non dovute. Al centro del presunto sistema ci sarebbe stato proprio Marchese, poi coinvolto nell’inchiesta bresciana “Leonessa” e in quella ribattezzata “Stella cadente”. Gli inquirenti sono convinti che le sue attività professionali e imprenditoriali siano servite ai gruppi della stidda. Nell’inchiesta che lo ha portato a processo davanti al collegio penale del tribunale, sono state ricostruite centinaia di operazioni fiscali e tributarie, ritenute illecite. Le compensazioni sarebbero state ottenute, attraverso crediti inesistenti, anche per investimenti in aree economicamente depresse, che in realtà non ci sarebbero mai stati. Oltre a Marchese, il giudizio immediato è stato disposto per l’agrigentino Rosario Barragato, un consulente che avrebbe fatto parte dello stretto giro riconducibile al trentaquattrenne. Operazioni e incontri vennero monitorati dai finanzieri e dai pm della procura.

L’indagine ha coinvolto almeno sessanta persone e per loro si attende la fissazione dell’udienza preliminare. Da quanto emerso in aula, i rapporti tra i due imputati iniziarono a consolidarsi a seguito di attività svolte con l’avvio di un’agenzia assicurativa. Anche nel corso dell’inchiesta “Leonessa”, Marchese ha fatto alcune ammissioni agli investigatori. Nuovi testimoni verranno sentiti alla ripresa delle attività in tribunale. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Giovanna Zappulla e Giovanni Lomonaco.

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