Compostaggio, Srr accelera per impianto: incertezza sul destino del progetto comunale

 
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Gela. La conferma è arrivata direttamente dal presidente della Srr4 Filippo Balbo, che la scorsa settimana, tra le altre cose, ha annunciato di aver autorizzato l’iter per un impianto di compostaggio a Timpazzo, come supporto all’intera piattaforma, dove sono già presenti il sistema Tmb e la nuova vasca della discarica. Il progetto pare finalizzato ad assicurare alla Srr, attraverso la controllata “Impianti”, un’ulteriore autonomia, in attesa che si sblocchi la vicenda dell’altro impianto di compostaggio, attualmente attivo a Brucazzi e ancora nella gestione dell’Ato Cl2 in liquidazione. Se la Srr accelera, a Palazzo di Città invece pare decisamente rallentata la procedura, iniziata lo scorso anno, che dovrebbe consentire al Comune di dotarsi di una propria piattaforma di compostaggio. Una scelta che fu allora sostenuta dall’ex assessore Grazia Robilatte, che si è poi dimessa con l’addio del Pd alla giunta Greco. L’amministrazione comunale decise di affidarsi alla tecnologia brevettata dal chimico industriale Fabrizio Nardo, che con la prima giunta Messinese ebbe una brevissima esperienza amministrativa. Nardo ha ricevuto l’incarico di predisporre uno studio di fattibilità, con tutti i sì del caso da parte dei tecnici comunali, che effettuarono sopralluoghi in un impianto a Caltagirone, dove la tecnologia viene già impiegata. In base ai dati forniti e riportati nello studio tecnico realizzato e depositato su richiesta del municipio, il costo complessivo si aggira intorno ai dieci milioni di euro. Avrebbe una capacità di lavorazione di 50 mila tonnellate all’anno, con entrate per il municipio stimate annualmente in non meno di tre milioni di euro. La tariffa di gestione è stata indicata in 30 euro a tonnellata (numeri ritenuti molto vantaggiosi). Nello studio di fattibilità, si apre all’uso anche per la lavorazione dei fanghi. Verrebbero trasformati in fertilizzanti organici, seguendo la linea dell’economia circolare, con rifiuti zero. Nardo ha sempre parlato di un impianto ad impatto ambientale nullo. Dovrebbe sorgere in una delle aree ex Asi, così come indicato nel piano di gestione. Lo studio è stato realizzato e sembrava che l’amministrazione comunale propendesse per andare avanti nell’iter.

Ci furono richieste a Cassa Depositi e Prestiti per ottenere un eventuale muto e finanziare l’opera, con costi che dovrebbero essere ripianati attraverso le entrate di un sistema di questo tipo. Inizialmente, era stato ipotizzato l’uso di una parte delle compensazioni minerarie. Dopo quella fase, la procedura sembra non trovare sbocchi. Pare che anche il rup del progetto abbia rinunciato all’incarico, proprio in assenza di sviluppi concreti. Ad inizio anno, è arrivato un parere di conformità al piano di gestione. Una vera interlocuzione con la Srr4 non c’è ancora stata. La società però è ormai intenzionata a dotarsi di un proprio impianto di compostaggio, come confermato dal presidente Balbo. Attualmente, oltre al sistema di Brucazzi, attivo e in gestione all’Ato Cl2 in liquidazione, c’è quindi la procedura avviata dalla Srr per arrivare ad un proprio impianto, in attesa di capire invece che fine farà il progetto del Comune, che sulla carta avrebbe dovuto assicurare piena autonomia, evitando qualsiasi rischio di nuove emergenze rifiuti in città. Negli ultimi anni, in Regione sono state depositate le carte per impianti di compostaggio, proposti da privati, da realizzare sempre sul territorio.

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