Con i grillini è scontro aperto, Messinese agli ex “amici”: “Sono loro i professionisti delle trattative a porte chiuse”

 
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Gela. Con gli altri ci parla, sia nel centrodestra

sia tra i banchi del centrosinistra, con gli ex amici grillini, invece, non c’è assolutamente sintonia.

“Solo inconsistenza politica”. Il sindaco Domenico Messinese, anzi, attacca a testa bassa, e cavalca la bufera appena scatenatasi sul sindaco grillino di Bagheria Patrizio Cinque, sottoposto all’obbligo di firma dai magistrati palermitani a seguito di un’indagine su appalti e abusivismo edilizio. “I grillini che cercano nuove firme per la mozione di sfiducia, dopo lo scandalo di quelle false alle elezioni amministrative del 2012 a Palermo – dice – e il recentissimo obbligo di firma imposto al sindaco di Bagheria, sono più inopportuni di chi parla di corda in casa dell’impiccato”. I consiglieri comunali del Movimento cinque stelle, tra i principali promotori della sfiducia alla giunta Messinese, hanno manifestato tutto il loro dissenso politico, davanti ad un documento unico rimasto a quota undici firme, sottolineando come il sindaco possa godere di una sorta di maggioranza politica trasversale, fatta da almeno diciannove consiglieri comunali. “La loro inconsistenza politica – continua Messinese – è confermata dall’infantile operazione matematica per cui se ci sono solo undici consiglieri comunali a volere la discussione della sfiducia in aula, gli altri diciannove sono maggioranza per questa amministrazione comunale. Su temi determinanti per la città, il consiglio comunale ha già dimostrato la propria responsabilità anche con un consenso più ampio, nonostante si trattasse di votare atti proposti dalla giunta. Il gruppo consiliare grillino, con questo ragionamento puerile, è ispirato solo da un egoistico atteggiamento di vendetta personale non ancora sopita. Preferiscono l’azzeramento della democrazia e l’invio di un commissario da parte di un governo regionale di sinistra”.

“Sono quelli degli accordi sulle commissioni…”. Per Messinese, quella dei cinquestelle sarebbe solo malafede politica. “Quando contestano il numero di missioni istituzionali condotte da questa amministrazione, i grillini dimenticano che hanno avuto maggiore impatto politico rispetto a certi viaggi di piacere a Bruxelles. Seguendo la vertenza Gela su più tavoli istituzionali contemporaneamente stiamo risollevando le speranze di tutti quei lavoratori dell’indotto e del diretto che si sono visti revisionare un protocollo d’intesa che oggi offre maggiori investimenti economici e più ampie tutele ambientali – conclude – ma chi è in malafede nega persino le questioni che più ci hanno accomunato in campagna elettorale. I professionisti delle trattative a porte chiuse facciano chiarezza sui loro accordi relativamente alle commissioni consiliari, ad esempio, prima di rilasciare dichiarazioni di fantapolitica per infangare quei consiglieri comunali, convinti che in questo delicato momento il dibattito sulla sfiducia sia inopportuno e dannoso”.

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