“Con questo Pd nessuna condivisione, Di Cristina l’ha personalizzato”, Alario: “Alternativi a Greco”

 
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Il medico Giampaolo Alario tra i fondatori di "Rinnova"

Gela. Nelle concitate riflessioni politiche di questi giorni hanno scelto di non avere un ruolo, dato che si considerano del tutto alternativi al sindaco Lucio Greco e alla sua amministrazione comunale. Gli esponenti di “Rinnova“, movimento che in città vuole essere tra le basi del fronte progressista, si sono già da tempo tirati fuori da qualsiasi ipotesi di dialogo con l’avvocato Greco. “L’abbiamo detto più volte – dice il medico Giampaolo Alario tra i fondatori del movimento – non abbiamo alcuna intenzione di fare da stampella. Non c’è nessuna condivisione di idee con il sindaco e con la sua giunta. Anzi, penso che il primo cittadino farebbe bene a chiudere quest’esperienza. Il nostro consigliere Alessandra Ascia sicuramente non si tirerà indietro dal votare atti utili alla città ma non faremo da stampella a nessuno”. Da tempo, il gruppo ha avviato un percorso politico quasi parallelo, in città, a quello del Movimento cinquestelle. Il confronto è pienamente in atto e si capisce assai bene dalla comunione d’intenti che ormai è una costante per il consigliere Ascia, per la grillina Virginia Farruggia e per l’indipendente Paola Giudice. Alario, che ha un lungo trascorso di militanza nel Pd, non concorda per nulla con la disamina del segretario provinciale Peppe Di Cristina, certo che non possa esistere un fronte progressista, anche nell’ottica delle prossime amministrative, senza la presenza del partito.

“Questa è una sua valutazione – dice Alario – noi con questo Pd, a livello provinciale senza idee, non abbiamo nulla da spartire. Verso Di Cristina non nutriamo nessun astio, anzi. Però, non può dire che siamo incoerenti solo perché, per ragioni politiche, non vogliamo condividere la mozione di sfiducia con il centrodestra. Invece il Pd ha firmato con il centrodestra, la stessa area politica della quale fa parte Forza Italia che invece non intende condividere nulla con il Partito Democratico. Di Cristina, piuttosto, dovrebbe spiegare non i quattromila voti ottenuti alle regionali ma la sconfitta patita. Dopo cinquant’anni, l’area di centrosinistra che oggi è nel Pd non ha più una rappresentanza all’Ars. Di Cristina ha sicuramente ottenuto un ottimo risultato e nessuno lo mette in discussione, ma si è interrogato sul perché il Pd abbia perso tanti aderenti a livello locale? Fu lui a decidere, tre anni fa, di presentarsi alle amministrative senza simbolo e di stringere alleanza con Forza Italia. Io ero per andare da soli e con il simbolo. E’ stato in giunta con Greco, per poi lasciare. Lezioni non ne accettiamo da nessuno, con tutto il rispetto per Di Cristina. Il Pd però deve cambiare. Non abbiamo nessuna preclusione verso un Pd diverso da quello attuale, che è invece guidato da un segretario provinciale che l’ha personalizzato. Come si fa a dire che è stato lui a volere e ad eleggere il segretario cittadino? Dimostra quale visione abbia del partito. Invece, apprezzo molto il modo di fare politica del segretario cittadino Guido Siragusa, con il quale ho avuto modo di confrontarmi. Prima di tutto, il Partito democratico deve cambiare metodo e direzione”. Il fronte progressista locale che vuole strutturarsi con l’obiettivo delle prossime amministrative potrebbe aprire ad ulteriori innesti. “Il confronto può esserci con le forze moderate – conclude Alario – Italia Viva? Certo, è un gruppo con idee politiche interessanti. Preclusioni non ce ne sono e a dire la verità non ci sono neanche verso il Pd, purché prenda le distanze dall’attuale guida provinciale”.

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