Con una pistola alla stazione di servizio: “Mi spararono e presero i soldi”

 
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Gela. Armi in pugno colpirono, per due volte in poche settimane, il market Punto L di viale Indipendenza e una stazione di servizio a Caposoprano. A processo, davanti al collegio penale del tribunale, ci sono Alessio Bartoli e Michael Costarelli, difesi dagli avvocati Davide Limoncello e Filippo Spina. Bartoli avrebbe partecipato a tutti i colpi ricostruiti dagli investigatori, mentre Costarelli risponde solo di una delle rapine al market. “Mi sono sentito tirare da dietro – ha detto in aula il dipendente della stazione di servizio presa di mira dai rapinatori – mi dissero di dargli tutti i soldi. Avevano una pistola e partì un colpo che mi ha ferito alla gamba. Erano giovanissimi”. Rispondendo alle domande del pm Federica Scuderi, anche l’ex responsabile del market ha ricostruito quanto accaduto nel punto vendita. “Subimmo due rapine nell’arco di poche settimane – ha spiegato – la prima volta, entrarono quasi alla chiusura serale. Ero nella mia stanza e sentii strani rumori. Portarono via i due registratori di cassa e i soldi. Nel secondo caso, un mio dipendente venne colpito al volto”.

Le rapine. Proprio l’addetto ferito ha deposto davanti al collegio penale, presieduto dal gudice Miriam D’Amore, a latere Tiziana Landoni e Antonio Fiorenza. “Non ricordo i volti – ha spiegato – forse, erano vestiti di nero. Avevano una pistola, probabilmente giocattolo. Mi dissero di dargli tutti i soldi ma la cassa si bloccò. Mi colpirono al volto con un oggetto e scapparono con tutte le casse”. I difensori degli imputati mettono in discussione il fatto che i giovani finiti a processo possano aver avuto un ruolo in quelle azioni. Alla loro identificazione gli investigatori arrivarono per il tramite delle registrazioni video acquisite negli esercizi commerciali ma anche attraverso il contenuto di intercettazioni ambientali.

1 commento

  1. io da cittadino parte civile. 10 anni di reclusione. tutti da fare.no buona contotta, e scondo della pena !!! devono rimanere in carcere

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