Confindustria difende imprese ed Eni: scelta industriale condivisibile

 
0

Gela. L’escalation del prezzo del greggio e il crollo della domanda di prodotti petroliferi, hanno provocato in Europa un surplus della capacità di raffinazione, pari a circa 100 milioni di tonnellate l’anno, determinando una riduzione dei tassi di utilizzo delle raffinerie.

In questo scenario, secondo Confindustria Caltanissetta, si colloca la decisione dell’Eni di fermare parzialmente e temporaneamente la Raffineria di Gela. “Una scelta imprenditoriale e come tale condivisa, – si legge in una nota stampa – auspichiamo una rapida ripresa del settore e ci adopereremo affinché le imprese associate possano continuare a operare, anche attraverso la conferma dell’attuazione degli investimenti previsti nel piano industriale dell’Eni. Invitiamo le imprese associate a proseguire con il miglioramento continuo delle performances, nel pieno rispetto degli standard di sicurezza. Invitiamo, inoltre, le istituzioni e le forze politiche a promuovere l’attivazione di un tavolo negoziale finalizzato all’applicazione dei supporti previsti per le aree di crisi complesse e strategiche come quella di Gela”.

Per i sindacalisti delle sigle edili e metalmeccaniche, intervenuti congiuntamente, la dirigenza dell’Eni deve garantire le certezze pretese da tempo soprattutto davanti ai tanti lavoratori dell’indotto: Perché la crisi della raffinazione debba essere pagata solo dalla fabbrica gelese? Si chiedono. “La burocrazia regionale ha messo a rischio diversi investimenti programmati dai dirigenti Eni: fra tutti, quelli per la riattivazione della diga foranea. Se gli impegni non venissero rispettati, si tornerà ad azioni di lotta eclatanti: nessuno, fra i sindacalisti che da anni si muovono per la salvaguardia dell’occupazione in città, intende indietreggiare davanti al baratro della definitiva chiusura della fabbrica”.

Per il Comitato per lo Sviluppo dell’Area Gelese è grave la perdita in un colpo solo di mille posti di lavoro. “Una cosa disumana per il territorio. L’estrazione e la raffinazione di petrolio, negli anni, hanno portato enormi entrate per l’Eni, la Repubblica Italiana, la Regione Siciliana. Tali aziende ed enti, nulla hanno fatto per creare uno sviluppo diverso da quello legato al petrolio, in questo territorio”. Istituire un tavolo rivendicativo sulla raffinazione a Gela, infine, per il capo gruppo dell’Mpa al consiglio comunale, Terenziano Di Stefano. “La giunta regionale attivi un tavolo permanente previsto dalla legge finanziaria e chieda l’intervento del Governo affinché Eni si assuma le proprie responsabilità. Bisogna attivare un serio piano industriale in grado di rilanciare l’attività e salvare gli attuali livelli occupazionali e avviare, inoltre, un confronto con le forze imprenditoriali, le organizzazioni sindacali, gli enti locali, affinché si proceda con politiche d’innovazione, di ricerca e trasformazione produttiva per la realizzazione di un modello di sviluppo.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here