Congresso Cgil, Giudice: “Una nuova primavera ma senza millantatori”

 
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Il segretario Giudice al congresso CGIL

Gela. Una nuova “primavera della provincia di Caltanissetta”. Una provocazione forte quella lanciata dal segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice, che nelle prossime ore dovrebbe ricevere la riconferma alla guida del sindacato territoriale. Durante il congresso, il sindacalista ha anzitutto confermato la totale contrarietà “all’accordo di programma truffa”. Per Giudice, da mesi impegnato in una dura critica verso le scelte del governo nazionale e di quello regionale (che hanno destinato solo 25 milioni di euro all’accordo di programma per gli investimenti alternativi a quelli di Eni), l’intesa “offende migliaia di giovani ed i loro genitori”. Ma la Cgil ha scelto di prendere le distanze anche dalla politica della legalità solo sbandierata ma probabilmente poco praticata. “Siamo qui per incidere ed elevare la qualità della vita di 275mila cittadini che abitano nei 22 comuni della provincia, siamo qui per dire no alle discriminazioni ed al razzismo, alle tante illegalità diffuse, alle troppe imbarazzanti collusioni politiche – ha aggiunto – alle sostanziali ambiguità che registriamo dentro quei mondi che fanno un gran parlare di legalità e sviluppo e magari, prima o poi, scopriremo, e lo stiamo scoprendo, che parlare di legalità va di moda, è anche redditizio, agevola carriere, ma non è per nulla serio continuare a parlarne senza una concreta presa di coscienza, cioè senza azioni concrete”. Inevitabile il richiamo all’inchiesta “Double face” e al cosiddetto sistema Montante. “La Cgil, unitariamente a Cisl e Uil, deve promuovere una nuova stagione dei protocolli di legalità ma il sindacato deve stare attento nel mettere firma e timbro perché la nostra firma ed il nostro timbro hanno storia e coerenza – ha aggiunto – e non possono stare nello stesso foglio degli sfruttatori,  dei millantatori e di finti uomini di Stato. No, lì non possono stare”.

Il segretario confederale ne ha approfittato per lanciare un messaggio più che chiaro anche a quegli imprenditori che non possono pensare di nascondere con le denunce la violazione dei diritti dei lavoratori. Serve coerenza, stando a Giudice. Chi denuncia le richieste estorsive non può poi imporre il pizzo ai propri dipendenti, magari costretti a restituire una parte degli stipendi. Ma la Cgil, come ha fatto continuamente in questa fase congressuale, chiama a rapporto pure la politica. “Tutto ciò ancor prima del nostro interesse legato alla rappresentanza collettiva della società dovrebbe essere lavoro della buona politica – ha spiegato ancora – nella maggior parte dei casi presente tra la gente solo per chiedere consenso ma già il giorno successivo al voto priva di un vero interesse”. In platea, a Caltanissetta, c’erano sindacalisti, lavoratori ma anche magistrati, compresa il presidente della Corte d’appello di Caltanissetta Maria Grazia Vagliasindi.

2 Commenti

  1. Vorrei fare una domanda senza alcuna polemica,ma perché i Sindacati avete firmato il protocollo insieme a Crocetta e Fasulo? Non mi sembra che quel protocollo abbia portato ricchezza.Credo che anche nei Sindacati come in politica ci sarebbe bisogno di rinnovamento da troppo tempo ci sono le stesse faccine e non va bene secondo me.

  2. I ragionamenti sviscerati dal segretario Giudice non fanno una grinza. Resta la debolezza di chi rappresenta le varie categorie. Mi dispiace ma è assurdo che fino a 70 anni ci debbono essere sindacalisti con un sistema di sutoperpetuazione e autoreferenzialità che mortifica altre energie più fresche e sicuramente altrettanto preparate.

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