Conti in rosso e tanti dubbi sulla vendita dei lasciti di Aldisio, “Eni intervenga a supporto del Cnos”

 
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Gela. Il Cnos Fap non va ridimensionato e, anzi, Eni deve individuarlo come centro di riferimento per le attività di formazione.

“Un argine contro la criminalità”. Questo il verdetto arrivato dall’aula consiliare a conclusione della seduta monotematica, convocata davanti ai trentacinque licenziamenti comunicati agli operatori del centro locale salesiano. Lavoratori e sindacalisti in aula per valutare i possibili interventi a supporto dello storico ente di formazione Cnos Fap. Sono trentacinque gli operatori a rischio licenziamento. È stato uno delle rsa interne all’istituto, Ugo Costa, a delineare quanto accaduto. “Stanno per saltare tutte le basi della formazione del nostro istituto – ha detto – vengono tagliati i formatori della metalmeccanica e della tubisteria. Per non parlare delle strutture sempre più vetuste. Abbiamo rispettato il nostro ruolo anche quando non arrivavano i soldi. Il ringraziamento sono i licenziamenti. L’ente ha valutato solo i numeri”. Sulla stessa linea Emanuele Romito, rsa  Cgil. “Questa struttura è da sempre un argine anche contro la criminalità giovanile – ha detto – dove finiranno quei ragazzi che decidessero di non proseguire con gli istituti statali?”.

“Intervenga l’Eni”. “Al peggio non c’è mai fine – ha detto il capogruppo di Adesso Gela Giuseppe Ventura – dopo il ridimensionamento della raffineria, adesso tocca ad un centro di formazione storico. A questo punto, potremmo proporre ad Eni di utilizzare il Cnos come centro di formazione”. Contrario alla smobilitazione del Cnos Fap si è detto anche Carmelo Casano. “Perché abbandonate Gela? – ha chiesto rivolgendosi ai funzionari regionali dell’ente – non è possibile lasciare per strada operatori e giovani. Eni ha fatto tanto male alla città, adesso potrebbe intervenire. Come si fa a dare il benservito a questi lavoratori? Credo, purtroppo, che la responsabilità sia anche della Regione. Si è arrivati al punto di vendere le donazioni arrivate da Salvatore Aldisio”. Il grillino Vincenzo Giudice ha ribadito tutti i rischi della dismissione decisa dai vertici regionali del Cnos Fap. “Come Movimento cinque stelle – ha precisato – abbiamo presentato un’interrogazione all’Ars. Non accettiamo né i licenziamenti né la vendita delle proprietà di contrada Passo di Piazza. Il presidente della Regione deve immediatamente intervenire”. Il deputato regionale Giuseppe Arancio ha cercato di illustrare quanto sta accadendo nell’organizzazione interna del Cnos. “Il vero problema – ha spiegato – è che vengono chiusi i corsi a Ragusa e Misterbianco e, quindi, per la mobilità interna, i dipendenti più anziani prendono il posto di quelli giovani presenti in città. Il Cnos Fap non lascerà Gela. Alla Regione si sta pensando ad un’Ats con altri enti di formazione”.

Le lacrime del consigliere Sara Bonura. In lacrime il consigliere del Megafono Sara Bonura. “Sono cresciuta insieme a molti di questi operatori – ha detto visibilmente emozionata – i licenziamenti mi toccano nel profondo dell’anima. Allo stesso tempo, so che il presidente Rosario Crocetta sta lavorando ad un tavolo tecnico che bisogna istituire anche in Comune”. Il Cnos Fap deve diventare un centro di eccellenza, questa la posizione di Salvatore Sammito di Un’Altra Gela. “Il Cnos Fap è vittima di politiche scellerate del governo nazionale e regionale – è intervenuto il capogruppo della Lista Musumeci Vincenzo Cascino – questo  è un ente serio, altro che scandali nella formazione! Peraltro, è assurdo appellarsi al presidente della Regione che continua a maltrattare la città”. “Bisogna evitare polemiche politiche sterili – ha precisato Guido Siragusa del Polo Civico – serve un documento per fare in modo che il Cnos prosegua la sua missione in città. Soprattutto, bisogna fare chiarezza sui lasciti di Aldisio messi in vendita”. Per Salvatore Scerra di Forza Italia, “così facendo, il Cnos Fap sta abbandonando la città nonostante questo sia l’ente migliore che con gli operatori locali ha formato lavoratori di eccellenza”. È stata anche il consigliere del Megafono Maria Pingo ad invitare tutti ad evitare le polemiche politiche.

“Abbiamo venduto per pagare gli stipendi”. “I guai della formazione non sono né di destra né di sinistra – ha spiegato Giovanni Migliore della Cisl scuola regionale – il Cnos è un ente fondamentale per i minori che scelgono di non proseguire gli studi. Non possiamo regalare manovalanza alla mafia. Bisogna incidere sulla riattivazione dei centri Cnos di Ragusa e Misterbianco, di modo da consentire il mantenimento in città dei dipendenti più giovani”. A contestare le scelte dell’ente di formazione è stato anche Giovanni Lo Cicero della Cgil. “Le decisioni dei vertici Cnos sono assolutamente unilaterali – ha spiegato – purtroppo, temiamo ci siano gravi responsabilità contabili da parte dei vertici dell’ente che hanno prodotto un disavanzo da trentotto milioni di euro”. “L’ente è indebitato sia perché dobbiamo ancora ricevere riconoscimenti per corsi sostenuti sia per scelte che non sempre i sono dimostrate congrue. Il centro di Gela verrà sostenuto per andare incontro alle esigenze dei ragazzi. Stiamo coprendo gli stipendi anche con prestiti assunti dalle banche. Abbiamo venduto l’azienda agricola di contrada Passo di Piazza solo per coprire i pagamenti arretrati”. Don Enzo Ferrarella ha ribadito che il Cnos non ha rinunciato ai corsi da avviare. “Il numero di licenziamenti su Gela è minore rispetto a quello indicato – ha proseguito – allo stesso tempo, so bene che anche un solo licenziamento è già troppo”. Francesca Caruso di Reset ha lanciato la proposta di definire graduatorie basate sul merito e non sull’età dei formatori. “Non si può colpire sempre e solo Gela – ha detto il sindaco Domenico Messinese – i lavoratori locali hanno dimostrato di essere aperti al dialogo. Invito i responsabili del Cnos a rivedere le loro posizioni”. Alla fine, i consiglieri comunali hanno firmato un documento ufficiale. Nello stesso documento, esprimono contrarietà davanti alla scelta del taglio degli operatori. Eni, inoltre, dovrà avere il Cnos Fap locale come punto di riferimento per le attività di formazione aziendale.

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