Contro il racket e l’usura, l’associazione “Giordano” ancora in prima fila: “Lo Stato c’è”

 
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Gela. Una scelta d’impegno precisa, dire “no” alle piaghe del racket e dell’usura. Combattere con tutte le forze la mentalità mafiosa che ancora oggi vorrebbe opprimere il tessuto sociale ed economico di una terra che, in larghissima parte, ha già scelto con determinazione la via della denuncia, del coraggio, della giustizia. Contro quelle scorie criminali e omertose ancora resistenti, la Fai Antiracket di Gela, associazione “G. Giordano”, continua in maniera incessante a lottare tutti i giorni e a divulgare sempre più il rispetto delle regole, soprattutto tra i giovani. Il nuovo impulso nell’attività dell’associazione antiracket, guidata dal presidente Renzo Caponetti, è legato al Progetto Pon Legalità 2014/20 “Sostegno Attivo”, sottoscritto con il finanziamento del Ministero dell’Interno, grazie al Fondo Sociale dell’Unione Europea. Il progetto offre sostegno concreto a tutti gli operatori economici già vessati da racket e usura, fornendo loro assistenza gratuita attraverso uno staff di esperti altamente qualificati, puntando anche a sensibilizzare il territorio e incentivare così nuove denunce, sottolineando che l’unica via per liberarsi dai fenomeni estorsivi è denunciare.

“Oggi non ci sono più alibi – è il messaggio del presidente Caponetti – lo Stato c’è, e le leggi per accedere ai fondi di ristoro ci sono. I nostri professionisti del Progetto Pon supportano le vittime nel superamento delle problematiche correlate alle loro vicende personali, attraverso la consulenza legale, aziendale e psicologica. Sono più di 70 gli operatori già presi in carico, tra loro chi già in passato si era rivolto all’associazione e continua a trovare nella Fai Antiracket di Gela un punto di riferimento, come un faro per i naviganti quando il mare è in tempesta. Non finiremo mai di ripetere – ribadisce Caponetti – che insieme si possono vincere tante battaglie. Continueremo a crederci e perseverare perché Noi ci siamo”.

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