Controlli antidroga sulla Ss 117, madre e figlio condannati per resistenza: la Cassazione ribalta tutto

 
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Gela. Per loro è scattata la prescrizione e a deciderlo, annullando senza rinvio la sentenza di condanna d’appello, sono stati i giudici della Corte di cassazione.

I controlli sulla ss 117. Si è chiusa in questo modo la vicenda giudiziaria di Concetta Lucchese e Benito Peritore, madre e figlio. Sia in primo che in secondo grado erano stati condannati a quattro mesi di reclusione con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Nell’estate di nove anni fa, nel corso di un controllo antidroga organizzato dagli agenti di polizia lungo la statale 117 bis Gela-Catania, proprio Benito Peritore venne sottoposto a perquisizione. A bordo della Fiat Panda, però, c’erano anche la madre e la moglie, oltre ai piccoli figli. A perquisire le due donne avrebbero dovuto provvedere agenti di polizia dello stesso sesso, intanto contattate dai colleghi. Peritore, però, chiese di poter proseguire le attività nei pressi della sua abitazione e, a bordo della vettura, avrebbe fatto perdere le tracce.

Accuse contestate. Così, scattarono le accuse. Adesso, il legale di fiducia dei due, l’avvocato Davide Limoncello, ha ottenuto il verdetto dei giudici romani. Già in appello, aveva sottolineato l’avvenuta prescrizione e, soprattutto, il fatto che gli agenti di polizia fossero incorsi in un “eccesso di atti arbitrari”, imponendo una lunga attesa per lo svolgimento di nuovi controlli.

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