Controlli prefettura su aziende locali che continuano a lavorare: sindacati, “accelerare cassa integrazione”

 
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Gela. Anche importanti aziende locali, con centinaia di dipendenti, in questi giorni sono sottoposte ai controlli avviati dalla prefettura di Caltanissetta. Al vaglio ci sono le autocertificazioni che attestano il tipo di attività svolta e i relativi codici Ateco, quelli necessari per valutare se l’attività debba essere interrotta per via dell’emergenza coronavirus oppure se possa proseguire, come necessaria (sulla scorta dei decreti del governo). Un primo punto della situazione, ieri, i funzionari della prefettura l’hanno fatto con i sindacati, i rappresentanti della Camera di commercio e gli esponenti di Sicindustria. In videoconferenza, per rispettare i dettami anti-Covid, c’erano i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil. “I controlli sono in corso – dice il segretario Cisl Emanuele Gallo – insieme alla prefettura stiamo effettuando tutte le valutazioni del caso. Ci sono aziende che pur avendo un codice Ateco non ricompreso nell’ultimo decreto del governo, svolgono attività di supporto a quelle autorizzate. Basti pensare a tante società dell’indotto, che lavorano su commesse di Eni, che è tra quelle aziende la cui attività è considerata necessaria. Ovviamente, anche queste possono continuare a lavorare, ma devono assicurare il rispetto di quanto disposto dai decreti del governo e fornire i dispositivi di sicurezza ai dipendenti. Le verifiche sono concentrate su tutti questi aspetti”. Prefettura, sindacato e organizzazioni datoriali si stanno confrontando anche sulla cassa integrazione, che in una fase come questa diventa cruciale. “Come sindacato non possiamo che spingere affinché si riducano i tempi per autorizzare la cassa integrazione ordinaria e quella in deroga – aggiunge Gallo – sono strumenti fondamentali. Il provvedimento del governo favorisce le aziende. Non dovranno neanche versare la loro quota, anche se cassa integrazione ordinaria e in deroga seguono procedure differenti. Sono comunque strumenti, che con tante aziende ferme, vanno a coprire il reddito di migliaia di lavoratori, in città e nel territorio provinciale”.

I numeri saranno elevati come hanno fatto capire da subito gli stessi sindacati e i vertici di Sicindustria provinciale. “E’ importante avere un confronto diretto con la prefettura – spiega il segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice – ci sono migliaia di lavoratori da tutelare, ma anche tante aziende sane e legali che altrimenti rischierebbero il tracollo, a causa di un’emergenza sanitaria non certo ponderabile. Il sindacato, sul territorio, continuerà a fare da baluardo a difesa del lavoro e della legalità, anche in una fase difficile come questa”.

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