Corruzione per le forniture idriche, dal gup dipendente comunale e un “padroncino”

 
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Gli indagati ripresi durante gli incontri al punto di rifornimento di Montelungo

Gela. I pm della procura, a seguito delle indagini condotte dai finanzieri, sono certi che ci fu un accordo corruttivo tra un dipendente comunale e uno dei padroncini locali delle autobotti. Sarebbe stata garantita acqua, approvvigionata dal punto di carico comunale di Montelungo, dietro il pagamento di somme di denaro, secondo gli investigatori intascate dal dipendente comunale cinquantatreenne Rosario Moscato, allora in servizio al settore lavori pubblici. Ad approfittare del presunto patto illecito sarebbe stato il quarantaquattrenne Gaetano Cassarà, titolare di una ditta per le forniture idriche. Dopo la chiusura delle indagini, i pm Luigi Lo Valvo e Mario Calabrese hanno chiesto il rinvio a giudizio per i due coinvolti, che dovranno rispondere alle accuse, davanti al gup, il prossimo maggio. E’ stata fissata l’udienza preliminare. Ad entrambi, viene inoltre contestata la detenzione di un’arma, che secondo gli investigatori si sarebbero procurati per intimidire forse qualche funzionario del municipio che pare avesse segnalato le prime anomalie.

L’arma però non è mai stata trovata e anche le difese, sostenute dagli avvocati Nicoletta Cauchi, Giuseppe D’Aleo e Fabio Fargetta, hanno sempre respinto l’ipotesi che i due imputati la detenessero. L’indagine è stata piuttosto complessa e ha fatto leva su intercettazioni e riprese video, effettuate nel punto di carico di Montelungo, che secondo le contestazioni sarebbe stato più volte usato per forniture illecite, dietro pagamento in favore del dipendente municipale.

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