Corse di cavalli clandestine, diversi gelesi coinvolti: gup ha disposto il giudizio

 
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Il blitz prima che partisse una delle corse

Gela. Il dibattimento, davanti ai giudici del tribunale di Enna, inizierà il prossimo maggio. E’ stato deciso il rinvio a giudizio, anche per diversi gelesi che sei anni fa vennero coinvolti in un blitz fatto scattare per bloccare presunte corse clandestine di cavalli. Secondo gli inquirenti, le sfide si tenevano su un tratto di strada adiacente la 117 bis, tra i territori di Gela e Piazza Armerina. La procura ennese ha chiesto il processo per gli imputati e il gup ha dato seguito, con il rinvio a giudizio. Solo per uno dei coinvolti non si procederà con il dibattimento. Le indagini erano state chiuse nei confronti di Salvatore Puccio, Emanuele Puccio, Giuseppe Emmanuello, Pietro Tosto, Orazio Fazzino, Benedetto Rinzivillo, Graziano Gallo, Rosario Cassarino, Gaetano Cassarà, Nunzio Martorana, Emanuele Trainito, Andrea Criscione, Salvatore Gagliano, Giuseppe Mirabella, Mario Novello, Salvatore Sallemi, Calogero Abati, Salvatore Blanco, Riccardo Spataro, Liborio Lo Stimolo e Gioacchino Iozzia. In totale, sono ventuno i coinvolti. Insieme ai gelesi, ci sono ennesi, catanesi e niscemesi. Il blitz dei militari della guardia di finanza e dei poliziotti scattò dopo un lungo periodo di osservazioni e appostamenti. Il gruppo si sarebbe mosso con precise regole, anche per evitare controlli.

Le forze dell’ordine arrivarono probabilmente poco prima della partenza di una gara. Pare ci fosse chi faceva da staffetta, così da avvisare gli altri nel caso di presenze sospette. Tra le varie contestazioni, pure quella di maltrattamenti ai cavalli usati lungo la “pista” della 117 bis Gela-Catania. Dopo gli arresti, in fase di riesame molte misure cautelari vennero riviste. I coinvolti si sono sempre difesi, escludendo che i cavalli fossero usati per competizioni clandestine. I legali si sono opposti alla richiesta di rinvio a giudizio. Secondo gli investigatori, sarebbero state somministrate sostanze dopanti per migliorare le prestazioni dei cavalli, sui quali si puntava con un giro di scommesse. I coinvolti sono difesi dagli avvocati Nicoletta Cauchi, Francesco Alberghina, Rosario Prudenti, Francesco Incardona, Patrizia Romano, Mario Brancato e Fabio Bennici.

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