Corte dei Conti stringe maglie sul Pnrr, controlli e verifiche: “Progetti Zes in ritardo”

 
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Gela. In una fase di crisi di bilancio, della quale non si intravvede ancora la fine, è stato più volte ricordato, anche dall’amministrazione comunale, che gli unici veri avanzamenti per i progetti si potranno ottenere attraverso i programmi di finanziamento. In questi quattro anni, seppur tra tante difficoltà, la struttura appositamente costituita è riuscita ad ottenere importanti decreti, con procedure complesse che sono state avviate ma dovrebbero essere riprese con maggiore celerità, evitando una stasi sempre più pericolosa. I fondi sono ingenti ma bisogna concretizzarli. Più volte l’aveva sottolineato l’ex assessore allo sviluppo economico Terenziano Di Stefano, così come ha fatto al momento del suo insediamento anche il successore, l’assessore Francesca Caruso: sui finanziamenti non si possono perdere tappe fondamentali, altrimenti a rischio saranno i fondi già ottenuti. La centralità del Pnrr è indiscutibile anche in una struttura organizzativa in difficoltà come quella del municipio. Prima che montasse la crisi finanziaria dell’ente, è partita l’unità speciale dedicata ai progetti e al Pnrr, che si è affiancata al gruppo di lavoro composto da professionisti e tecnici, che esordì con “Agenda urbana” (altro programma di finanziamento del quale bisognerebbe riprendere le redini). Con le prime scadenze che a breve si avvicineranno, la Corte dei Conti batte più di un colpo. In questo caso, non c’entra la situazione finanziaria del municipio. I magistrati contabili, attraverso la sezione di controllo regionale, hanno stilato un decalogo che dovrà essere osservato da tutti gli enti destinatari dei fondi Pnrr e non solo. Una deliberazione è stata da poco rilasciata e trasmessa anche a Palazzo di Città. I magistrati palermitani fanno un excursus completo delle fonti degli stanziamenti destinati agli enti pubblici e al contempo hanno deciso di stringere la maglia dei controlli. Un monitoraggio ampio che ha come finalità quella di evitare danni erariali e sprechi. Ci sarà una verifica periodica su tutti gli enti attuatori che sono destinatari dei finanziamenti. Una prima fase si concentrerà intorno al “monitoraggio iniziale dello stato di avanzamento del cronoprogramma, al fine di effettuare una prima valutazione di come il percorso amministrativo sia stato strutturato, anche ai fini di verificare l’efficienza nello stato di perseguimento di obiettivi specifici e puntualmente determinati (target)”, così indicano i magistrati. E’ prevista una “verifica periodica, anche per singolo step, sullo stato di avanzamento del cronoprogramma, svolgendo, altresì, valutazioni di economicità, efficienza ed efficacia circa l’acquisizione e l’impiego delle risorse finanziarie”, aggiungono. Nell’eventualità di “irregolarità o di ingiustificati ritardi” si procederà “ad adottare i provvedimenti idonei a rimuovere gli impedimenti”. Sarà rilasciato un report sull’esito dei controlli che riguarderà gli enti almeno due volte all’anno. Il magistrato incaricato delle verifiche potrà avanzare richieste istruttorie “anche per singolo step” rispetto ai cronoprogrammi. Potrà formalizzare “richieste documentali ed informazioni agli enti e agli organi di controllo interno, compreso il collegio dei revisori, rispettando il principio del non aggravamento amministrativo”. Nei casi ritenuti più gravi potranno essere programmati “accertamenti diretti e le ispezioni con avvalimento di organi dotati di specifica competenza normativa o professionale e tecnica”. Un vero e proprio controllo diffuso che riguarderà inevitabilmente anche Palazzo di Città.

Sempre la Corte dei Conti, ma attraverso la sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato, ha invece condotto una prima verifica sulla strada intrapresa dagli investimenti delle Zone economiche speciali, compresa quella della Sicilia orientale della quale fa parte Gela. Dieci milioni di euro la struttura del commissario Alessandro Di Graziano li ha destinati al progetto di collegamento tra le aree portuali di Gela e Licata e gli assi viari. Come sottolinea la Corte, lo scorso novembre Invitalia ha emesso l’avviso di gara per i due nodi che rientrano tra gli interventi “Ultimo miglio”. Per questi progetti, così come per tanti altri delle Zes in Sicilia e in altre Regioni, c’è bisogno di avanzare con maggiore celerità. Entro fine anno bisognerebbe procedere almeno con l’avvio dei lavori. La disamina non è così favorevole. “Allo stato delle cose, il numero degli interventi per i quali si è pervenuti all’aggiudicazione dei lavori è molto esiguo; per la gran parte di quelli previsti ci si trova ancora in fasi preliminari alla stessa indizione della gara. Addirittura, per i progetti relativi alle Zes Calabria e Sardegna non risultano avanzamenti rispetto al primo semestre del 2022. Il quadro complessivo potrà cambiare – si legge nella deliberazione – ma non in modo decisivo, con l’aggiudicazione della gara bandita da Invitalia, di cui si è detto, relativa a sette interventi. L’obiettivo fissato nel Pnrr per la fine dell’anno in corso risulta arduo. E’ necessario che le strutture di supporto, costituite presso l’amministrazione centrale e presso le stesse Zes, imprimano una forte accelerazione all’intero processo”.

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