“Costretta a fare da schiava al marito”, vittima l’ex moglie: “Minacce con una pistola”

 
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Gela. In alcune occasioni, era costretta ad inginocchiarsi e a rivolgersi al marito, che le imponeva di comportarsi come una schiava. Ci sarebbe stato anche questo nei momenti più difficili vissuti da una donna, vittima dell’ex consorte. L’ha raccontato un’amica, sentita in aula, davanti al collegio penale del tribunale, nel corso del dibattimento che si sta tenendo a carico dell’uomo, un quarantaquattrenne imprenditore agricolo, ora detenuto proprio per questi fatti. La testimone ha ripercorso diversi episodi, conosciuti attraverso il racconto della vittima. Ci sarebbero state vere e proprie aggressioni. “Aveva perso peso e si notavano ecchimosi. La costringeva a cucinare per tutti gli operai e doveva comportarsi come se fosse una schiava”, ha detto l’amica. L’ex consorte, vittima del marito, e i familiari, sono parti civili nel procedimento in corso, assistiti dagli avvocati Salvatore Incardona e Francesco Incardona. L’imputato, difeso dagli avvocati Salvatore Manganello e Stefano Catalano, respinge gli addebiti. In videcollegamento, dal carcere, ha assistito all’udienza. Per la difesa, non ci sarebbero elementi per collegarlo a quanto raccontò l’ex moglie. In aula, è stato sentito un familiare della giovane donna. Da quanto emerso, fu minacciato dall’imputato e dal padre.

“La loro auto, un giorno, si accostò alla mia – ha detto – il padre, da una busta di plastica, prelevò una pistola calibro nove”. Anche la disponibilità dell’arma è tra i capi di imputazione che hanno portato a processo l’imprenditore agricolo, che secondo le ricostruzioni portate a giudizio avrebbe comunque subito un notevole contraccolpo dal decesso del padre e dalla crisi dell’attività imprenditoriale. Per i pm della procura, si sarebbe costantemente accanito sulla moglie, sottoponendola a vessazioni, violenze e umiliazioni. Lei decise di denunciare i fatti, che hanno poi portato all’avvio dell’indagine.

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