Costringeva la moglie con la forza ad avere rapporti sessuali, botte e violenze continue: chiesti sei anni di reclusione per il marito

 
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Gela. Avrebbe costretto la moglie, con la forza, ad avere rapporti

sessuali, nonostante la sua opposizione.

Le continue violenze. Sarebbero stati lunghi anni di violenze e vessazioni quelli trascorsi in città dalla donna insieme al marito, un bracciante romeno. Per l’uomo, finito a processo davanti al collegio penale del tribunale presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Tiziana Landoni e Antonio Fiorenza, il pubblico ministero Antonio D’Antona ha chiesto la condanna a sei anni di reclusione. Il pm, durante la requisitoria finale, ha descritto quanto accadeva nei rapporti tra i due coniugi, entrambi romeni ma per diversi anni residenti in città.

La donna avrebbe vissuto una costante quotidianità fatta di minacce, botte e violenze, spesso esasperate dall’abuso di alcol. Per questa ragione, il magistrato ha ritenuto fondate le contestazioni mosse all’uomo, tanto da chiedere una pesante sentenza di condanna. L’imputato, difeso dagli avvocati Francesco Enia e Lia Comandatore, è arrivato a processo dopo la denuncia presentata dall’allora consorte, stanca di subire. I difensori, alla prossima udienza, esporranno le loro conclusioni, prima del verdetto che giungerà dal collegio penale.

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