Covid-19, accordi con strutture private? Rsa, “se lo chiedesse Asp pronti ad ospitare altri anziani”

 
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Gela. Se dovesse essere necessario, anche in città si porrà l’esigenza di individuare più posti letto, nel caso l’emergenza Covid-19 si facesse ancora più grave. Le valutazioni sono in corso e ieri l’Asp di Caltanissetta ha ufficializzato un’intesa con la clinica “Santa Barbara”. Un interscambio che consentirà di attingere al personale della struttura privata e ai sistemi messi a disposizione dai manager, che a loro volta riceveranno pazienti dal “Vittorio Emanuele”. Un modello richiamato dal consigliere comunale Romina Morselli, con l’obiettivo di aprire ad altre intese con strutture private del territorio. Ha deciso di scrivere al commissario regionale che guida l’Ipab “Aldisio” e al management della Rsa “Caposoprano”. L’esponente del gruppo politico del sindaco si rifà ad esperienze che con l’emergenza Coronavirus si sono già concretizzate nel nord Italia. I manager della Rsa “Caposoprano”, però, chiedono anzitutto che si verifichino altre strutture. “In questo delicato momento che attraversa l’Italia intera e quindi la nostra città, il ruolo del consigliere comunale è individuare, suggerire, proporre, soprattutto in casi eccezionali, con competenza ed onestà di intenti, l’organizzazione della difesa della salute dei propri concittadini, con tutti i mezzi a disposizione in primis con quelli propri dell’ente del quale ogni consigliere è parte integrante – fanno sapere dalla Rsa “Caposoprano” – quali possono essere l’ex ospedale civile, nel monastero delle suore Benedettine, l’istituto scolastico “Sant’Agostino”, attualmente vuoto, o le stesse Ipab Pignatelli e Regina Margherita, utilizzate diversamente dalle originarie destinazioni e attualmente date in uso a privati per finalità tutt’altro che pubbliche o assistenziali, con canoni peraltro assolutamente irrisori, e potenzialmente motivo di danno erariale per le già disastrate casse dell’ente pubblico”. Secondo l’amministrazione della struttura di Caposoprano, su questo versante, ci sarebbero “grandi ritardi”. Allo stesso tempo, ribadiscono la funzione principale della residenza sanitaria, a tutela e garanzia degli anziani. “Tutti gli anziani hanno il diritto di essere protetti lungi da ogni recondito e discriminatorio pensiero legato all’età. In particolare si vuole ricordare che una Rsa è paragonabile ad una lunga degenza, dove i pazienti hanno la necessità di assistenza sanitaria e assistenziale h24. Salvare vite umane dal coronavirus non deve significare abbandonare e lasciar morire gli anziani, ma tentare di salvare tutti con la stessa determinazione – si legge in una nota della struttura di Caposoprano – per tale motivo, tutte le misure disposte dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la protezione dei cittadini da ogni eventuale contagio esterno, devono essere adottate con puntualità e senza indugio. In questo momento di necessità, anche la Rsa di Caposoprano, se richiesto dalla competente Asp di Caltanissetta, si rende disponibile ad ospitare altri anziani e soggetti fragili provenienti dall’ospedale “Vittorio Emanuele” che necessitano di analoga assistenza, al fine di liberare altri posti letto dei reparti ospedalieri al momento sovraesposti”.

Pur senza riferirsi direttamente alla proposta del consigliere Morselli, i manager fanno capire di non concordare con la sua ricostruzione. “Si esprime il rammarico dell’amministrazione, essendo posta in prima linea con tutto il personale in considerazione del particolare momento di emergenza, nei confronti di chi, rivestendo una carica istituzionale – concludono – dovrebbe avere il dovere di approfondire con scrupolo l’argomento, prima di proporre soluzioni sulle questioni assai delicate della salute dei cittadini di qualunque età”. Allo stesso tempo, dagli uffici della Rsa fanno sapere di guardare con favore all’intesa conclusa da Asp e clinica Santa Barbara.

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