Covid, per Cgil “operatori lavorano in condizioni pessime”: Cisl, “più personale”

 
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Caltanissetta. Condizioni di lavoro “pessime”. I vertici della Cgil e della Fp, davanti al nuovo boom di contagi da Covid sul territorio, tornano a chiedere il rispetto dell’organizzazione del lavoro, nelle strutture locali di Asp. “I lavoratori devono essere messi in grado di poter operare in sicurezza e in questi mesi si traduce in orari di lavoro dignitosi e non massacranti e in una gestione che guardi all’efficienza in conformità alle norme. Nella nostra provincia la situazione è letteralmente esplosa, la diffusione dei contagi ha fatto implodere il nostro sistema sanitario. Da mesi abbiamo contestato nel merito una pessima organizzazione del lavoro e nell’immediato ha pesato sui lavoratori ma ha poi determinato un servizio alla salute per tutti noi cittadini assolutamente inefficiente. A costo di risultare ripetitivi, ribadiamo l’organizzazione del lavoro, come parte fondamentale dell’organizzazione aziendale e del servizio alla salute, considerato che bisogna ben coordinare e utilizzare le risorse umane soprattutto quando le risorse sono scarse e se ne deve disporre razionalmente per organizzare al meglio i servizi, mantenendo gli standard di qualità richiesti dall’utenza. Ci soffermiamo su questo punto e lo affermiamo perché all’Asp di Caltanissetta tutto questo non esiste. La cosa è tangibile nelle unità di cura ospedaliere e territoriali, ma non solo. Il paradosso – spiegano i sindacalisti Rosanna Moncada e Angelo Polizzi – ha generato nei lavoratori un senso di inadeguatezza, insoddisfazione e sconforto. Nella nostra Asp, ci sono tra le peggiori condizioni di lavoro tra quelle presenti nella Regione, sia dal punto di vista organizzativo sia dal punto di vista economico, per questo motivo pochissimi professionisti vengono a lavorare da noi e quelli che possono scappano”. Per la Cgil, non ci si può accontentare della firma del contratto decentrato, dopo due anni di attesa, o del pagamento di indennità, che spettano di diritto ai lavoratori. “Ricordiamo che ancora manca il contratto decentrato dell’area medica a più di due anni dal rinnovo. Saremo molto attenti alle procedure di stabilizzazione del personale al fine di evitare che tutto si trasformi in un’enorme macchina di consenso – concludono – che ha poco a che vedere con la qualità del lavoro e con un servizio alla salute”.

Per la Cisl, invece, c’è la necessità di rafforzare l’organico. Il segretario territoriale Giovanni Luca Vancheri e il segretario aziendale Antonio Michele Guagenti, chiedono alla governance dell’Asp di Caltanissetta un incontro per concordare l’incremento del personale sanitario, tecnico e amministrativo in servizio. In particolare il sindacato spinge affinchè si “metta in atto un piano di prevenzione già attuato in passato per tutto il personale, al fine di monitorare costantemente la salute del personale sanitario e al contempo salvaguardare l’utenza che per motivi di salute si reca presso i nostri presidi sanitari provinciali”.  Indispensabile in tal senso, dicono Vancheri e Guagenti, è “attingere a ulteriore forza lavoro per fronteggiare l’enorme numero di contagiati da monitorare e i relativi contatti da tracciare. Siamo consapevoli – continuano – che l’emergenza ha reso necessari alcuni trasferimenti presso gli hub vaccinali e i punti prelievo tamponi, ciò ha comportato per i dipendenti rimasti nelle varie unità operative un sovraccarico di lavoro che espone l’azienda al rischio di disservizi.  A tal proposito – continuano – chiediamo di utilizzare le graduatorie utili riguardanti i vari profili e, comunque, di procedere al reclutamento del personale occorrente, necessario per sostenere quello in servizio già così pesantemente gravato”.

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