Crisi Covid, Ugl contesta misure governo: Alario, “quanti posti di lavoro si perderanno nel territorio?”

 
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Andrea Alario Ugl

Gela. L’emergenza Covid-19, come era facilmente prevedibile, si è già trasformata in un preludio di disastro economico, in un territorio già ai limiti. I sindacati guardano a come poter tamponare un bisogno sociale che, tra qualche settimana, potrebbe manifestarsi in maniera ancora più grave. I vertici territoriali dell’Ugl non sono convinti delle soluzioni fino ad ora messe in campo dal governo nazionale. “La situazione è molto difficile – dice il segretario confederale Andrea Alario – in provincia c’è stato un secondo decesso e in città qualcuno continua a ritornare dalle zone di contagio. Alla luce dell’emanazione del decreto “Cura Italia” si stanno evidenziando falle che in ognuno di noi dovrebbero lasciare qualche perplessità in più”. Il sindacalista ritiene che non siano state messe in campo misure che possano sostenere le aziende, soprattutto quelle più piccole. “Mi chiedo una cosa – continua – si deve garantire il posto di lavoro, ma come? Dando un sussidio di 600 euro agli imprenditori? Rimandando tutti i pagamenti delle tasse a maggio? Come sindacato dobbiamo preoccuparci dei diritti dei lavoratori, ma è anche vero che possiamo garantirli solo se ci sono le aziende che assumono. Hanno rinviato a maggio la regolarizzazione dei tributi, dando anche la possibilità di rateizzarli in cinque rate. Mi chiedo, ma a maggio tutte le piccole aziende con uno o più lavoratori, come dovrebbero pagare? Con i 600 euro? Nel frattempo come dovranno andare avanti? E le banche? Tutti i pagamenti a trenta e sessanta giorni come li copriranno?”.

A questo punto, anche sul territorio, il rischio forte è perdere altri posti di lavoro. “Non mi è chiaro se questo decreto voglia curare l’Italia o ammazzare le piccole medie imprese – conclude – come sindacato ci stiamo chiedendo quanti posti di lavoro si perderanno?”.

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