Crisi economica, appello parti sociali: “Qual è piano amministrazione? Servono fatti”

 
0

Gela. Proposte se ne sono fatte diverse, nel tentativo di organizzare una ripresa economica, che in città probabilmente sarà ancora più difficile rispetto ad altri territori. Sono state toccate ipotesi che vanno dall’uso delle royalties Eni a quella delle compensazioni, sempre in base ad accordi con la multinazionale. Ad oggi, però, non c’è una decisione univoca. Sono le parti sociali a bussare nuovamente alla porta dell’amministrazione comunale e del consiglio, nonostante le riunioni che si sono susseguite. “Noi, categorie produttive, rappresentanti delle micro, piccole e medie imprese, sindacati confederali, ordini professionali, siamo convinti che solo utilizzando azioni concrete, chiare, rapide si può riscrivere una nuova pagina economica del territorio. Sul piano dell’analisi tutti siamo certi che non ci siano precedenti in Italia e in buona parte del mondo, ma ciò non basta, non è più tempo di condividere l’analisi del contesto, è tempo di agire per far spazio ai fatti, con un sostegno tangibile e concreto. Noi tutti, da circa quindici giorni – dicono i segretari sindacali confederali, i rappresentanti delle organizzazioni datoriali e degli ordini professionali – esterniamo in tutti i modi le nostre proposte, sostenute dalle ansie e forti dei nostri valori e di ciò che rappresentiamo. Abbiamo elaborato proposte semplici, dirette, vere, ma aperti a qualunque altra soluzione che porti al raggiungimento dello scopo”. Al momento, anche le parti sociali hanno la consapevolezza che non ci sia una vera soluzione istituzionale anti-crisi. “Nel nostro primo documento pubblico abbiamo indicato una strada, l’uso delle royalties, proposta a quanto pare non percorribile, lo stesso sindaco ha avanzato un possibile utilizzo delle compensazioni Eni, infatti la conferma è arrivata stata anche dal vicesindaco. Ad oggi attendiamo di conoscere lo stato dei fatti – aggiungono – cosa è stato fatto concretamente. Non siamo interessati alla fonte dei finanziamenti, bensì all’apertura delle attività, alle saracinesche alzate e alle licenze commerciali attive. In caso contrario sarà una crisi economica per tutti, questa è una certezza. Chiudendo le attività economiche, oltre ai titolari nuovi disoccupati, avremo tutti i dipendenti senza occupazione e senza una possibilità di trovarne un’altra”.

I confederali Ignazio Giudice, Emanuele Gallo, Andrea Alario e Maurizio Castania, i rappresentanti delle organizzazioni datoriali Rocco Pardo, Rocco D’Arma, Antonio Ruvio e Paolo Grimaldi e i referenti degli ordini professionali, Salvatore Sauna, Giovambattista Mauro e Nuccio Cannizzaro, sono tutti concordi nel ritenere che l’amministrazione comunale e il consiglio debbano mettere sul tavolo un piano preciso. “Il tempo è contro di noi, abbiamo pochissimi giorni per trovare una soluzione, intendiamo farne un uso proficuo assumendoci la responsabilità attiva di confrontarci, cosa che richiediamo oggi ancora con più forza nei confronti del sindaco, dell’amministrazione e del consiglio comunale, perché a noi interessa tutelare l’economia sana della città, quella che rischia di scomparire con questa crisi favorendo altro tipo di economia – concludono riferendosi anche al rischio che si diffonda una certa economia illecita – dialogare è la strada giusta e una classe dirigente lungimirante non può che percorrerla, aggiungiamo pure che il percorso va fatto al di là degli schemi e delle barricate coinvolgendo tutte le parti sociali. Confidiamo nel ruolo di proposta, indirizzo, e controllo del governo locale assegnato al consiglio comunale affinché possa sottoscrivere queste nostre riflessioni e trasformarle in atto di indirizzo. Confidiamo nella sensibilità di tutta l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Greco”. Negli scorsi giorni, hanno calcolato che almeno 1.500 piccole imprese rischiano di cessare definitivamente la loro attività.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here